URBINO – Raffaello e l’incisione tra Italia e Paesi Bassi celebrata in una mostra alla casa natale del divin pittore a Urbino.
In una società rinascimentale in cui spostarsi era complicato, le stampe incise a bulino potevano circolare in tutta la penisola e anche oltralpe. Una potenzialità che Raffaello, imprenditore e grande comunicatore, aveva ben compreso. Grazie ai bulini poteva divulgare le sue conquiste formali e prospettiche in un rinascimento sempre più maturo. CentroPagina ne ha parlato con il direttore dell’Accademia Raffaello di Urbino Luigi Bravi.
Direttore, come nasce questa mostra?
«A Urbino si possono ammirare 30 fogli provenienti del Museo Wittert di Liegi, una mostra a cura di Dominique Allart e Antonio Geremicca fino al 26 giugno. Il percorso espositivo nasce da un’intesa che si è creata tra l’Accademia Raffaello e l’Università di Liegi che possiede una raccolta di grafica impressionante per numeri e qualità. Quando Liegi ha deciso di fare una selezione su Raffaello per il Cinquecentenario, ci ha contattati per dare eco alla loro mostra con una successiva esposizione alla casa Raffaello a Urbino. È accompagnata da un catalogo e da un progetto scientifico e di ricerca che l’Università di Liegi ha in corso attraverso tesi di dottorato, contratti di collaborazione e assegni di ricerca».
Raffaello è stato lungimirante e ha pensato alla stampa come veicolo di divulgazione, che cosa si vede in mostra?
«Il mondo delle incisioni ha avuto enorme importanza per la diffusione del Raffaellismo. È stato il principale mezzo per la conoscenza delle opere uniche del maestro. La traduzione in incisione ha permesso a tutti di conoscerle, non solo in Italia. I fogli hanno anche consentito di unificare il gusto classico a livello internazionale».
Alle pareti troviamo fogli ai artisti dei Paesi Bassi, qual è stato il legame con Raffaello?
«Le stampe di soggetti di Raffaello sono arrivate in tutta Europa. Ma proprio al principato di Liegi c’è stato un fenomeno particolare. Il divin pittore realizzo i cartoni per gli arazzi che sono stati poi realizzati dalle manifatture dei Paesi Bassi. Da lì è partita una produzione locale incisoria legata al tema raffaellesco. I suoi cartoni hanno avuto un grande influsso, sia per le opere di riproduzione che di ispirazione. Nelle prime sezioni della mostra si vedono fogli legati direttamente alla bottega di Raffaello, poi ci sono i bulini di ispirazione prodotti nei Paesi Bassi».
Come proseguiranno le celebrazioni raffaellesche?
«La mostra rientra nelle annuali celebrazioni raffaellesche che saranno seguite da una conferenza a maggio. Matteo Lanfranconi direttore delle Scuderie del Quirinale ci darà una panoramica complessiva delle celebrazioni realizzate in occasione del 500enario della morte. E ci riferirà della mostra in corso alla National Gallery di Londra “Raphael”. Intanto potremo godere fino al 26 giugno di questi fogli esposti alla casa natale di Raffaello a Urbino».