Pesaro

Pesaro-Urbino, la protesta di ristoranti e bar: consegnate oltre 400 chiavi. Intervista a Giorgio Andrea Ricci

Ecco le parole del capo delegazione fanese e referente per le Marche del movimento nazionale: «Per la riapertura dopo lo stop causato dal Coronavirus, se verranno applicate misure come le limitazioni d’ingressi, diventerà per noi impossibile sostenere i costi delle attività»

Giorgio Andrea Ricci
Giorgio Andrea Ricci

PESARO-URBINO – Luci accese e chiavi in mano. Un gesto simbolico che non è certo passato inosservato quello organizzato da Risorgiamo Italia nella Provincia di Pesaro-Urbino, dove oltre 400 titolari di ristoranti, pizzerie, bar, pasticcerie e negozi, intorno alle 11.30 del 29 aprile hanno consegnato le chiavi delle loro attività ai primi cittadini.

Nella serata del 28 aprile, dopo quasi due mesi, si sono illuminate di nuovo le insegne di bar e ristoranti chiusi dai primi di marzo. E con le luci dei locali si sono accesi anche i riflettori sulla protesta nazionale.
L’obiettivo degli esercenti protagonisti della protesta è stato quello di raccontare, con un gesto simbolico, la volontà di tornare in piena attività dopo lo stop imposto dall’emergenza Coronavirus: proprio questa categoria è stata infatti tra le prime ad abbassare le saracinesche e sarà tra le ultime a poterle riaprire. Poi ieri mattina, 29 aprile, tutti dai sindaci a consegnare le chiavi delle attività, per chiedere ai primi cittadini un atto di responsabilità nei confronti degli imprenditori locali.

«La cosa principale che chiediamo – ci ha riferito Giorgio Andrea Ricci, capo delegazione fanese e referente per le Marche del movimento nazionale nonché ristoratore del luogo – è tornare al più presto alla normalità o comunque a qualcosa che si avvicini a questa: se ci vogliono delle restrizioni che siano accettabili. Non vogliamo trasformare i nostri locali in una corsia di un ospedale. La gente viene nei nostri ristoranti per poter stare tranquilla: anche i clienti sentono il bisogno di ritrovare la loro libertà e la loro quotidianità».

«Non dimentichiamoci che siamo stati il primo settore a chiudere forzatamente con tutte le problematiche che questo ha innescato: affitti da pagare, finanziamenti che non arrivano, casse integrazioni che ancora latitano… sono a stretto contato con molti colleghi che ancora non hanno ricevuto nemmeno il bonus di cui tanto si è parlato».

«Per noi è indispensabile tornare al più presto al lavoro – dice Ricci -: le bollette continuano ad arrivare e far fronte alle spese fisse nell’ottica degli oltre 50 giorni di chiusura diventa un’impresa disperata. Per la riapertura, se verranno applicate misure come le limitazioni d’ingressi, diventerà per noi impossibile sostenere i costi delle nostre attività». E conclude: «Abbiamo avuto segnali positivi dall’amministrazione fanese, tanta solidarietà e diverse promesse a cui speriamo presto seguano i fatti: l’intenzione da parte loro è quella di rimodulare la Tari ed eventualmente bloccare le spese inerenti all’occupazione di suolo pubblico. Perché questo si realizzi è importante che lo Stato eroghi delle somme alle stesse amministrazioni».

Le chiavi consegnate a Fano
Le chiavi consegnate a Fano

Solidarietà anche da parte dell’assessore del Comune di Fano Etienn Lucarelli che ha postato sui social una foto con le varie chiavi consegnate: «Ognuna di loro è una #famiglia, un #lavoro, è #sacrificio ma anche #sogno; ognuna di loro è anche un momento felice, dove tutti noi abbiamo festeggiato un compleanno, parlato d’affari, vissuto o acquistato ricordi, passato bei momenti. Vi assicuro che questi pensieri alla vista delle chiavi, mi han toccato l’anima!!»

Chiavi consegnate a Seri
Chiavi consegnate a Seri

Al riguardo il sindaco di Fano Seri, come riportato all’agenzia Dire, ha riferito: «È chiaro che da sindaco auspico si possano accorciare i tempi tornando il prima possibile alla normalità ma occorre essere meno emotivi e più razionali. Ascoltiamo la scienza. Se occorre una settimana in più non è la fine del mondo anche perché magari anticipiamo di 10 giorni, che non cambiano le sorti del mondo, per fare un passo avanti rischiando poi di farne due indietro. A Fano i dati sono positivi, abbiamo portato avanti un lavoro fatto bene. Non compromettiamolo. Servono atti concreti e aiuti: bar, ristoranti e i pubblici esercizi in generale hanno espresso un grido di dolore chiedendo sostegni economici perché la gran parte di loro è in grossa difficoltà. I titolari ma anche tutti i dipendenti. Quello che ho detto loro è che la politica deve avere il coraggio di fare delle scelte».

Dello stesso avviso è anche il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, che ha dichiarato: «Gli esercenti chiedono risorse e liquidità. Noi faremo di tutto per sostenerli. Per ora la tassazione locale è solo rinviata ma anche i Comuni stanno subendo la crisi e quindi abbiamo bisogno di un aiuto dello Stato. Se avremo questo aiuto un Comune virtuoso come quello di Pesaro potrà andare incontro agli imprenditori sulla tassazione locale. I Comuni hanno chiesto allo Stato 5 miliardi e per ora ne sono stati riconosciuti 3».