Pesaro

Urbino, il sindaco Gambini ha ritirato le dimissioni. L’opposizione: «Una farsa»

Il primo cittadino: «Non mi piegherò a giochi di forza». Scaramucci, Crespini, Carrabs: «Non accetta il dissenso, nulla è chiarito»

Maurizio Gambini
Il sindaco di Urbino Maurizio Gambini

URBINO – Crisi politica rientrata nella città ducale, il sindaco di Urbino Maurizio Gambini ha ritirato questa mattina 19 marzo le sue dimissioni.

«Questo – ha scritto – è stato un periodo per me molto complesso a livello umano e istituzionale: sono
consapevole che le mie dimissioni hanno creato disorientamento tra i cittadini, ma sono state la
conseguenza estrema di una situazione che non era più sostenibile all’interno della maggioranza». L’annuncio arriva a seguito di una crisi politica scoppiata durante il Consiglio comunale del 28 febbraio e culminata sabato scorso con le dimissioni di tre consiglieri comunali del gruppo “Urbino Rinascimenti”.

«I consiglieri Guidi, Rossi e Carobini (di Urbino Rinascimenti ndr) – ha commentato – hanno preso una decisione dolorosa, ma hanno dimostrato un senso di rispetto verso le istituzioni e i cittadini, a fronte della situazione che si era creata. Quanto accaduto è stato molto grave, tuttavia oggi posso dire che è servito a capire che questa Amministrazione non si piegherà mai a giochi di forza». I tre consiglieri fuoriusciti dalla lista di maggioranza “Liberi per cambiare” erano stati accusati dal sindaco di tramare alle sue spalle per ottenere assessorati.

Scampato il pericolo del commissariamento, Urbino torna alla normalità. «Nonostante la presentazione delle dimissioni non ho mai smesso di lavorare, oggi sono a Roma per rappresentare la nostra Urbino alla Consulta dei Comuni Capoluogo di Provincia convocata dall’Anci, in cui verrà presentato lo stato di attuazione del PNRR», ha concluso il sindaco.

La minoranza torna all’attacco dopo la notizia delle revoca delle dimissioni del sindaco di Urbino Maurizio Gambini: «Si tratta di una farsa – accusano – e ora l’amministrazione della città è spaccata». Una riserva che è stata sciolta dopo venti giorni da quando – era il 28 febbraio scorso – il primo cittadino ha presentato e protocollato le dimissioni durante il Consiglio comunale. Quasi allo scadere del limite di tempo previsto per legge oltre il quale il Comune sarebbe stato commissariato, il dietrofront.

«Prendiamo atto di questa decisione, ce lo aspettavamo e il sindaco aveva lasciato già intendere, da sue dichiarazioni, che avrebbe revocato le dimissioni – dice al Ducato il capogruppo dem Federico Scaramucci – Siamo dubbiosi sulle motivazioni che hanno portato alle dimissioni dei tre consiglieri di Urbino Rinascimenti e chiederemo maggiore trasparenza in merito a questo. È stata una telenovela e chiederemo a Gambini che, dopo 20 giorni di ferie, si occupi finalmente dei veri problemi di questa città».

Ci va meno leggero Gianluca Carrabs (Avs): «È la prima volta in Italia che un intero blocco consiliare si dimette alterando sia la scelta fatta dal sindaco Gambini che quella del risultato elettorale. Il primo cittadino ha fatto una campagna di umiliazione nei confronti dei tre consiglieri che si sono dimessi. Questa non è politica e non si tratta di democrazia: si vuole solo censurare il dissenso».

Dalla lista civica Futura: «Sapevamo come sarebbe finita ma i cocci restano rotti – chiosa Maria Francesca Crespini – Gambini con questa sfuriata non ha risolto nulla, anzi ora si ritrova un governo spaccato. I tre hanno fatto una richiesta normalissima, quella di maggiore partecipazione. Ma siccome lui (Gambini ndr.) amministra come un despota anche il centrodestra si è stancato».

Oriano Giovanelli (Urbino Rinasce) chiosa: «Nulla è stato chiarito o risolto e c’è da essere molto preoccupati per la città – continua – la democrazia è stata lacerata dalla prepotenza. E’ una pessima figura di Gambini e dei suoi supporter. Per la città e per noi opposizione questa non può essere sicuramente una soddisfazione. Mala tempora currunt».