URBINO – Un nuovo Rinascimento per Urbino per contrastare «un lento decadimento cui serve porre rimedio». Lo sostiene la CNA della città Ducale sulle risultanze di un recente studio coordinato dal professor Giovanni Dini, direttore del Centro Studi Sistema CNA delle Marche, che mostra dati aggiornati sulla demografia di popolazione e imprese; sull’andamento del quadro sociale ed economico e che evidenzia una generale recessione sociale ed economica del territorio
«Sono dati che vale la pena approfondire – dice il presidente CNA di Urbino, Fabrizio Aromatico – e che non vogliono in alcun modo addossare responsabilità o polemiche di natura politica. Semplicemente servono per avviare un confronto ed una seria riflessione. E noi di CNA siamo a disposizione per un dialogo a tutto campo con istituzioni e soggetti economici».
Nel Comune di Urbino la popolazione residente comincia a diminuire sistematicamente fin dal 2012, mentre quella della provincia cala dal 2013, quella regione dal 2014 e del Paese dal 2015. Particolarmente decisa è la diminuzione della popolazione di Urbino, sempre in diminuzione dal 2012 al 2023 tranne che nel 2021. L’incidenza della popolazione straniera è da qualche anno costante a Fano (attorno al valore del 7%), altalenante a Urbino (attorno all’8,5%) e in leggero calo a Pesaro (dall’8% del 2021 al 7,7% del 2023). La composizione per classi età vede il comune di Urbino decisamente più “vecchio” rispetto al dato provinciale con un’età media di 48,7 anni contro i 44,4 del 2002: per la minore incidenza della fascia dei giovanissimi (0-14 anni) e per la maggiore incidenza degli over 65. Di conseguenza, l’età media della popolazione è più elevata che nella provincia nel suo complesso e il divario si amplia ulteriormente nel corso degli ultimi dieci anni.
L’indice di vecchiaia rappresenta il grado di invecchiamento di una popolazione. È il rapporto percentuale tra il numero degli ultrassessantacinquenni ed il numero dei giovani fino ai 14 anni. Nel 2022 l’indice di vecchiaia per la provincia di Pesaro e Urbino dice che ci sono 201,1 anziani ogni 100 giovani. Per il comune di Urbino assai di più: 262,5.
L’indice di dipendenza strutturale rappresenta il carico sociale ed economico della popolazione non attiva (0-14 anni e 65 anni ed oltre) su quella attiva (15-64 anni). Ad esempio, teoricamente, in provincia di Pesaro e Urbino nel 2022 ci sono 59,0 individui a carico, ogni 100 che lavorano. A Urbino ve ne sarebbero 63,3.
L’indice di ricambio della popolazione attiva rappresenta il rapporto percentuale tra la fascia di popolazione che sta per andare in pensione (60-64 anni) e quella che sta per entrare nel mondo del lavoro (15-19 anni). La popolazione attiva è tanto più giovane quanto più l’indicatore è minore di 100: ad esempio, in provincia di Pesaro e Urbino nel 2021 l’indice di ricambio è 141,8 e significa che la popolazione in età lavorativa è molto anziana. Lo è ancor più nel comune di Urbino (152,1).
Nel comune di Urbino l’artigianato perde considerevolmente imprese durante gli ultimi dieci anni; il numero di imprese artigiane cala del -20,2% con punte del -30,4 per le costruzioni e del -23,5% per i servizi alle persone (che comprendono parrucchierie, estetica, lavanderie, ecc.).
A Urbino il calo del numero di imprese attive è dovuto in termini assoluti soprattutto alla diminuzione delle imprese edili (-49 unità nel decennio 2013-2023) e manifatturiere (-24). E’ notevole anche il ridimensionamento delle imprese artigiane della ristorazione (-5 unità).
Durante gli ultimi 10 anni (dal settembre 2013 al settembre 2023) le imprese attive (artigiane e non) nei servizi di alloggio e ristorazione calano di numero a Urbino (-12). In particolare, a Urbino si registra una diminuzione di numero sia dei bar (-5) sia dei ristoranti (-15 unità).
Se si considerano le imprese attive nel commercio al dettaglio (tessuto di imprese importantissimo nella vita delle città) si vede come Urbino registri negli ultimi dieci anni un forte ridimensionamento (-32,8%).
Nel comune di Urbino, tra le attività artistiche culturali e tradizionali prevalgono le attività di conservazione e restauro di opere d’arte seguite dalla fabbricazione di oggetti in metallo lavorato e dalle creazioni artistiche e letterarie
Le variazioni negli ultimi dieci anni mostrano che le attività artistiche culturali e tradizionali sono in deciso ridimensionamento a Urbino (-7,4%).
«Come si vede dai dati – dice ancora il presidente di CNA Urbino, Fabrizio Aromatico – tutti gli indici relativi a popolazione, imprese di artigianato e commercio arretrano in maniera preoccupante e molto più che a Pesaro e Fano. Occorre avviare una seria riflessione tra tutti i soggetti interessati. Questo studio, assieme ad una seria di considerazioni e proposte dell’associazione, saranno oggetto di una prossima iniziativa pubblica a Urbino».