Pesaro

Val Metauro, al via i centri diurni per disabili: i comuni copriranno il 50% delle rette

Più di 50 utenti potranno riprendere a frequentare il Mosaico di Terre Roveresche, il Centro Margherita di Pergola, il CTL San Lazzaro di Fano, l’Aquilone di Mondavio e La Rosa Blu di Mondolfo

I sindaci ATS6
I sindaci ATS6

VAL METAURO – Riaprono le porte dei centri diurni per disabili per cinque dei sei centri del territorio dell’ATS6. Saranno più di 50 gli utenti che dai prossimi giorni potranno riprendere a frequentare il Mosaico di Terre Roveresche, il Centro Margherita di Pergola, il CTL San Lazzaro di Fano, l’Aquilone di Mondavio e La Rosa Blu di Mondolfo.

Un servizio e un supporto per i ragazzi e le loro famiglie estremamente prezioso che si era interrotto a causa dell’emergenza pandemica. Ora, grazie ai proficui incontri tra le autorità sanitarie territoriali, i responsabili dei servizi sociali e i sindaci dei Comuni dell’ATS6, i gestori dei Centri Socio educativi riabilitativi, gli altri Ambiti Territoriali, la Regione Marche nonché le associazioni delle famiglie dei ragazzi disabili, i centri potranno tornare alle loro attività.

Si è trattato di un percorso condiviso che ha permesso, a sole tre settimane dalla pubblicazione delle linee guide regionali contenute nel DGR n. 600 del 18.05.2020 sul “Piano territoriale della Regione Marche per la riapertura graduale dei centri semiresidenziali sanitari e socio sanitari”, la riapertura dei servizi adottando le misure precauzionali necessarie a tutela della salute degli utenti. Un ruolo da protagonista al riguardo è stato svolto dal coordinamento e dalla supervisione dell’Unità Operativa Sociale e Sanitaria di Ambito (c.d. UOSES) che, con cadenza settimanale, si è riunita per condividere le progettualità dei singoli centri.

Così come previsto dal Piano Territoriale, prima della riattivazione del servizio, gli utenti e gli operatori sono stati sottoposti a screening per verificarne le condizioni di salute; controlli che poi verranno ripetuti con cadenza mensile per prevenire e ridurre il rischio di contagio.

Al riguardo è intervenuto l’assessore al welfare di Fano Tinti: «Insieme al sindaco, comprendendo le grandi difficoltà di gestione familiare di questi mesi, abbiamo ascoltato le esigenze e le problematiche delle singole famiglie e delle associazioni di familiari, informandole costantemente dei passaggi che stavamo compiendo. Sono contento del risultato ottenuto: senza rincorrere alcun primato rispetto ad altri territori, non abbiamo perso tempo e ora possiamo riaprire i centri diurni in tutta sicurezza grazie al lavoro serio, rigoroso e intenso da parte della coordinatrice d’Ambito e del personale dei servizi sociali del Comune di Fano, apprezzato e condiviso anche con i sindaci dell’Ambito, sempre in una logica di uniformità».

Non è l’unica buona notizia per le famiglie: con delibera n. 58 del Comitato dei sindaci, approvata il 6 giugno, si è deciso di riconoscere ai centri in questione la riduzione del 50% della tariffa giornaliera a carico delle famiglie, imputando la stessa ai Comuni di residenza degli utenti: «Una scelta importante, esemplare – conclude Tinti – che va nel senso della condivisione, della corresponsabilità e della ripartizione dei sacrifici, nei momenti difficili, fra tutti coloro che animano una comunità».