PESARO – Dopo 36 ore barricato in casa ha pensato al suo cane. Un maremmano che aveva bisogno di muoversi e di fare i suoi bisogni.
Così l’uomo albanese di 37 anni, chiuso in casa, ha patteggiato con quel mediatore che per un giorno intero e una notte aveva vanamente tentato di convincerlo a uscire dall’appartamento che aveva minacciato di fare saltare in aria.
La situazione era tesa in via De Gasperi a Morciola ma stava per risolversi. Lui ha urlato: «Se non mi fa uscire mi pianto il coltello in gola, il cane ha bisogno di fare i suoi bisogni, dovete farci uscire e poi lasciarmi rientrare». La controproposta lo ha convinto. Il mediatore ha promesso di fare allontanare tutti, carabinieri, vigili del fuoco.
Mentre il 37enne osservava le manovre dal terrazzo della sua abitazione dove aveva appeso una bandiera dell’Albania, tutte le forze dell’ordine, agenti della Municipale compresi, si sono allontanati con auto e mezzi.
Alcuni carabinieri sono rimasti nascosti in borghese. Quando è uscito lo hanno accerchiato e bloccato.
Così l’ambulanza lo ha portato in ospedale dove ha trovato le cure di cui aveva bisogno.
È scattato il Tso è finalmente è stato ricoverato nel reparto di Psichiatria. Una situazione denunciata dai familiari ma senza ascolto.
Tra sabato e domenica sono esplose le sue farneticazioni. Grida contro i fascisti e poi visioni di marocchini che volevano ucciderlo e ancora insulti alla città di Pesaro in mano ai fascisti. Nelle ore precedenti aveva minacciato di uccidersi, di darsi fuoco, di far saltare il palazzo per questo era stato isolato dagli allacci alla luce e al gas ed era stato impedito l’accesso alla strada che porta alla palazzina.
Ogni tanto usciva in terrazzo gridando frasi deliranti del tipo: «Non mi avrete mai. Game over. Posso morire ma non mi avrete mai a nessun prezzo».
Alla fine il caso è stato risolto con pazienza e determinazione.