FANO – I fanesi contrari all’edificazione della cosiddetta Variante Gimarra, ovvero il prolungamento dell’Interquartieri che dalla rotatoria di via Aldo Moro sbucherà sulla Statale 16, poco prima dell’hotel Riviera.
A fotografare l’opinione dei cittadini della città della Fortuna un sondaggio lanciato sui social da Centropagina a cui hanno preso parte 139 utenti. Il 74,8% ha detto No alla realizzazione del nuovo tratto. Diverse le motivazioni a sostegno di questa idea tra cui in primis spicca la presunta “Devastazione Ambientale di un territorio incontaminato” che comporterebbe anche, secondo gli intervistati, “Pericolo di gravi dissesti idrogeologici a seguito dei lavori”.
A finire sul banco degli imputati anche i costi dell’opera in quanto i preventivi presentati sarebbero erronei e ben distanti dalla reale costo effettivo. A tutto ciò si sommerebbero anche dei dubbi sull’effettiva funzionalità di questo nuovo collegamento ritenuto ‘poco funzionale con la SS16 nord tutta da percorrere fino all’Ardizio’.
Più esiguo il fronte del Sì: sono il 25,17%. Secondo questi ultimi la bilancia costi/benefici penderebbe assolutamente su questa seconda opzione in ottica viabilità, traffico e trasporti.
La decisione ufficiale al riguardo è stata presa nel consiglio comunale di Fano svoltosi nel pomeriggio dell’11 agosto: la maggioranza ha approvato il progetto della realizzazione del nuovo tratto che attraverserà le colline a nord di Fano. Durante la seduta, il vice sindaco e assessore all’Urbanistica Cristian Fanesi aveva anche illustrato perché progetti alternativi al momento non potevano essere presi in considerazione in quanto le direttive del Ministero sarebbero quelle di preservare una fascia di terreno parallelo all’autostrada per successivi ed eventuali sviluppi. Un’opera che verrà finanziata con i 20 milioni di euro della Regione.
Intanto cresce il numero di adesioni alla petizione online promossa, su change.org, dal titolo chiaro e significativo: “A rischio la poca natura rimasta. Rivedere il prolungamento dell’Interquartieri”, che è stata diretta alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche. Oltre 1398 firme, alle quali vanno sommate quelle apposte nei moduli cartacei.