FANO – La vicenda dalla Variante Gimarra sta diventando sempre più una saga infinita. In meno di due anni è stato detto tutto e il contrario di tutto: il progetto, contestato da più fronti, era arrivato vicino alla sua realizzazione, per poi subire un brusco stop da parte della sovraintendenza, causando il superamento delle tempistiche per accedere ai fondi (per saperne di più).
Quello che sembrava un finale senza appello è stato poi ribaltato nuovamente dall’amministrazione che, ricevuto finalmente il placet, ora intende far valere le proprie ragioni per proseguire l’iter. Già nella giornata del 22 dicembre la vicenda tornerà in consiglio comunale. Una scelta che ha riacceso le ire del Comitato Trave Arzilla Gimarra, da sempre contrario alla formazione dell’infrastruttura: «La prima cosa da chiedersi è: perché, senza darne alcuna giustificazione, la giunta comunale e la maggioranza decisero di fare questa strada quando nel volantino elettorale di Seri e in consiglio comunale avevano affermato che “il possibile completamento dell’interquartieri fino a congiungersi con la statale oltre Gimarra non risolve il problema, piuttosto lo peggiora”? Quali motivazioni inconfessabili hanno fatto fare questa giravolta di 180 gradi? In seguito la giunta propose al consiglio comunale di approvare una delibera che poi la stessa giunta ammetterà che si basava su presupposti falsi, in quanto la soluzione di Gimarra non restava sotto i 20 milioni del finanziamento CIPE ma superava abbondantemente i 30 milioni di Euro. Ecco che allora invece di annullare tutto e prendere in considerazione le altre ipotesi la giunta tirò dritto, e lo fece anche quando l’ospedale unico a Pesaro fu annullato. Con incredibile disinvoltura la giunta decise di distrarre quei fondi per finanziare un’opera di viabilità interna, come sindaco e vicesindaco hanno candidamente ammesso più volte sui giornali e in radio».
«Ora la giunta – prosegue il comitato – ripropone al consiglio comunale di approvare una delibera estremamente problematica. Anzitutto perché per dimostrare la pubblica utilità dell’opera si affermano cose non vere, come che a Fano ci sarebbe un solo ponte sull’Arzilla (invece ce ne sono 3) e che questa strada risolverebbe il problema del traffico attorno al centro quando invece ben 3 studi (PUMS, Sintagma e Abacus) commissionati e pagati dal Comune di Fano hanno dimostrato l’inefficacia di questa strada a drenare traffico del centro. Infine c’è la questione dei costi: tutti sanno che i 25 milioni di Euro sono enormemente sottostimati. La stima minima degli espropri è almeno di 3,1 milioni di Euro maggiore, come scrisse la società Sintagma. Inoltre con la revisione dei prezzi dovuta all’aumento dei costi delle materie prime l’aumento non sarà del 16% (come valutato in delibera) ma di quasi il 50% come applicato recentemente dal Comune di Pesaro per la bretella di Muraglia. Solo questi due elementi portano il costo reale ad almeno 35 milioni di euro».
Il comitato poi illustra un’ipotesi di futuro per nulla rosea: «Ciò significa che se questa opera andrà avanti il Comune di Fano si indebiterà per i decenni futuri (mettendo un cappio al collo ai nostri figli che si troveranno molti servizi tagliati), oppure si dovrà fermare con la solita opera incompiuta. Dire che questa vicenda ha lati oscuri e procedimenti amministrativi almeno discutibili è il minimo. Oltre al TAR, anche la Corte dei Conti e forse la magistratura potrebbero volerci vedere chiaro in questa delibera».