PESARO – Variazione di bilancio, il sì del consiglio comunale sblocca 3,1 milioni di euro per coprire i costi del caro bolletta.
La delibera è stata con 21 favorevoli, 7 contrari, 1 astenuto e oltre alla Variazione al Bilancio di previsione finanziario 2022-2024 prevedeva la quota dell’avanzo di amministrazione al 31 dicembre 2021. Per l’assessore al Rigore Andrea Nobili, è «un’ulteriore variazione al nostro bilancio, importante per due aspetti: il primo è legato agli imponenti contributi statali e del PNRR che abbiamo attirato, in particolare con i 3,5milioni per le opere dell’Anna Frank, e con l’applicazione della maggiore entrata relativa all’anticipo del 10% del contributo statale assegnato sui Fondi del “Pinqua Centro storico” di 288.000 euro»; il secondo, «è quello che ci fa stare più sereni, ed è legato all’utilizzo dell’avanzo libero, quei famosi 3,1 milioni di tesoretto che abbiamo messo da parte per coprire gli incrementi del caro-bolletta. Il Governo, con il suo ultimo decreto-energia, distribuisce alcune risorse agli enti locali. A Pesaro arriveranno 210mila euro che si sommano ai 590mila che metteremo a disposizione dall’avanzo libero, sbloccato dal Governo come previsto dal Dl. Con questi 800mila complessivi dovremmo coprire l’incremento delle spese legate solo all’energia degli immobili (senza considerare riscaldamento e illuminazione pubblica)».
Ci sono altri contributi statali da assorbire, «come le indennità per esercizio di funzione per assessori e sindaci; la riduzione del mutuo da 1,2 mln per le tribune degli impianti sportivi (già citati) e non quello dei 600mila già a bilancio per l’acquisto di un capannone». Nobili ha poi aggiunto: «Utilizziamo le risorse mantenute con covid per i centri estivi, una piccola parte per le navette estive a Fiorenzuola, riequilibriamo il Pef per la Tari». Altro tassello importante, i «239mila euro di investimenti legati all’avanzo che mettiamo subito a disposizione: 40mila per sottopassi, 190mila euro per i quartieri, per mantenere il progetto di Bilancio partecipativo, un percorso da interpretare non solo come lista della spesa ma per creare un vero ragionamento con tutti i soggetti del territorio». «Diamo infine piccole risposte alle richieste fatte dai singoli servizi, piccole ma importanti risorse legate a eventi, e cultura, viabilità, manutenzione, politiche educative, gestione e manutenzione del verde, del San Bartolo e del Miralfiore. È un lavoro certosino che stiamo svolgendo insieme a tutti i colleghi, facendo economie per poter dare più risposte possibile alle varie necessità degli assessorati».
Il sindaco Matteo Ricci ha spiegato: «È sempre complicato gestire il bilancio e in questa fase lo è ancora di più, quindi il mio ringraziamento va a tutta la macchina amministrativa. Per far fronte all’inflazione siamo riusciti ad ottenere l’utilizzo dell’avanzo di Amministrazione per coprire una parte importante dell’aumento del costo energetico. Nell’ultimo “Decreto aiuti” è stato inserito un articolo frutto di un lavoro di settimane da parte dei sindaci. Un bene per Pesaro che potrà gestire il bilancio con meno difficoltà, perché ha adisposizione 3.1 milioni dall’avanzo d’amministrazione. Ma tanti Comuni non potranno farlo». Ma, sottolinea Ricci: «occorre distinguere la marea di investimenti che stanno arrivando dalla parte corrente, che è invece in grande difficoltà. Nonostante questo, invito il Consiglio comunale a verificare quanti altri Comuni sono riusciti a mettere in campo un’operazione come la nostra, mettendo a disposizione un asilo in più per il periodo estivo».
La consigliera Prima C’è Pesaro Marchionni, ha puntato il dito contro i servizi estivi 0-6 anni: «Nessuno in quest’aula confonde spesa corrente con quella degli investimenti». Nel complesso, «è una variazione corposa, che attendevamo di fare per capire se il “Ddl aiuti” ci avrebbe concesso di applicare l’avanzo non vincolato. Ci sono necessità oggettive (utenze): su cui nulla si può dire». Ce n’è invece «sull’utilizzo dell’avanzo, che viene usato per 27 voci diversa di spesa. Tra queste spiccano quelli per gli eventi estivi (200mila per UlisseFest e 150mila per CaterRaduno)» contro quelle più basse per i quartieri, «l’applicazione dell’avanzo consente all’Amministrazione di coprire ciò che si ritiene importante, non possiamo far finta che il tema politiche educative non lo sia. Ho fatto un’analisi dello stato pregresso per capire com’era formulato in passato a confronto dei 110 bambini in lista d’attesa al nido e dei 250 alle materne». Se le richieste sono aumentate «significa che il servizio è diventato necessario. Non credo non si potessero trovare 26mila euro per aprire una struttura in più. Non ci troveremmo in questa situazione se avessimo tolto mille euro a ciascuna delle 27 voci della variazione, o se avessimo tolto 10mila euro per ciascuno dei due grandi eventi citati».
Il consigliere Pd Bellucci ha rilevato: «Come città e come consiglieri, non abbiamo fatto un buon servizio di informazione. Si è creato un caso con dei titoloni nei giornali in cui la città veniva disegnata come un orco, annacquando lo sforzo aggiuntivo fatto dalla giunta che ha stanziato risorse per dare un asilo in più e per assegnare contributi alle famiglie. Occorre rimettere in riga i numeri e confrontarsi con le realtà che stanno intorno a noi. A Pesaro sono 248 i posti per la fascia 3-6 anni. Ma quante scuole comunali dell’infanzia ci sono in regione? Ce ne sono 21 in tutte le Marche: di queste 13 sono a Pesaro; 7 a Fano; 1 a Urbino; 1 a Castelfidardo. A conferma di una grande offerta del servizio estivo al netto delle difficoltà dovute al costo dell’energia. Bisogna allargare il tema alle scuole statali, chiuse nel periodo estivo». Sulla fascia 0-3, Pesaro offre 147 posti, numeri imparagonabili a quelli degli altri comuni e capoluoghi principali delle Marche».
Nobili ha parlato «dei contributi assegnati dall’Inps alle famiglie, per la fascia 0-3, che è quella che ha difficoltà maggiore a trovare alternativa ai servizi pubblici. Ma cosa fa la regione? Nulla. Nell’ottica di una rete è opportuno che tutti facciano la propria parte». Come anche le scuole d’infanzie statali, che d’estate sono chiuse facendo gravare i loro bambini sulle comunali. Dobbiamo leggere il fatto che c’è un’esigenza a cui occorre dare risposta. Ma non può farlo solo il Comune che mette già 500mila euro per il servizio estivo.
Andreolli ha detto: «Capiamo che la domanda è superiore a qualsiasi tipo di previsione, l’abbiamo sempre detto. Abbiamo riconosciuto che eravamo davanti a uno sforzo economico dell’Amministrazione e a un’impennata di richieste. Per cui non mi ci riconosco nella descrizione che ci è stata fatta. Alla luce di questi numeri e considerazioni, esclusi gli Isse più alti, abbiamo solo chiesto di fare uno sforzo in più. Uno sforzo importante, anche se non clamoroso, per il quale abbiamo presentato una proposta, non un ‘ditino alzato’ come ci è stato detto».
A prendere la parola anche l’assessora alla Crescita e Gentilezza, Camilla Murgia: «Il servizio estivo pesa 500mila euro sulle casse comunali non tenendo conto delle spese accessorie di una struttura. È la stessa somma investita dalla Regione Marche suddivisa per tutti i comuni, per il servizio». Un conto è ragionare su un nuovo disagio, un altro è fomentare false speranze parlando di fantomatici fondi regionali (che sono per le ATS, non per i comuni) e incrementando aspettative di cui le famiglie non hanno bisogno». Murgia ha chiesto che «la Regione Marche dia risposte: acceda al Fondo sociale europeo, sostenga la conciliazione tra vita familiare e lavorativa, svincoli i comuni dalle maglie burocratiche per permettere di pensare in modo diverso e attuale».