PESARO – Risorse per il comparto economico legato ai matrimoni, ma alla consigliera regionale del Pd Micaela Vitri i conti non tornano.
«Dopo 6 mesi di attesa non è stato ancora erogato alcun contributo, da parte della Regione Marche, alle attività produttive più colpite dalla pandemia e ciò che mi lascia più amareggiata è che le risorse ci sarebbero. Era il 29 dicembre quando con una mia mozione, sottoscritta dal gruppo PD, chiedevo di impegnare la giunta Acquaroli a stanziare risorse per bar, ristoranti e vari settori produttivi in ginocchio a causa della pandemia. Dalla maggioranza arrivò un secco no, ma con la promessa che entro marzo sarebbero stati dati i dovuti i ristori. Ne presi atto, registrai la promessa, ribadita da tre consiglieri di destra e chiesi di vedere i contributi entro marzo».
Vitri incalza: «Siamo a metà giugno, ma quelle attività economiche non hanno visto ancora un euro dalla Regione. Martedì 15 giugno in Consiglio si è discussa una mozione per chiedere il sostegno del settore wedding e ovviamente ho votato a favore, ma rimango sconcertata da quanto emerso in Aula. La maggioranza ha dichiarato di avere ricevuto un tesoretto di 70 milioni di euro, come avanzo del piano precedente. Allora mi chiedo: perché non sono state subito stanziate? Perché a dicembre la mia mozione sarebbe stata bocciata? Ci rendiamo conto di cosa siano 6 mesi per un’impresa, un negozio o un lavoratore autonomo? Un contributo economico in molti casi decide le sorti, la sopravvivenza o la morte, della stessa attività.
Nel mezzo della prima ondata, la Giunta Ceriscioli in soli 20 giorni aveva messo in campo 210 milioni di euro per le attività produttive, di cui oltre 30 per la filiera del comparto wedding. Tra questi ad esempio la ristorazione, bar, gelaterie, parrucchieri, estetisti e settore del benessere.
Si poteva forse fare di più, poiché alcune categorie sono state purtroppo dimenticate, ma ora siamo di fronte al nulla e a continue promesse disattese. Visti i lunghi tempi di attesa mi auguro che, almeno entro l’estate, la Regione sia in grado di sfoderare non una piattaforma 210, ma almeno “420” con il doppio di risorse».