ANCONA – «Quando parliamo di economia, di contributo di impresa, il nostro obiettivo è il lavoro che è il primo welfare insieme alla dignità delle persone». A dirlo è il presidente regionale Luca Ceriscioli nell’ambito di una riflessione sull’economia marchigiana. Il governatore commenta la graduatoria Istat relativa al Pil 2018 (report sui conti economici territoriali 2016-2018) che ha visto le Marche attestarsi come regione italiana con la crescita maggiore del prodotto interno lordo.
«Il +3%, primo posto in Italia, è per tutti un bel segnale e una bella spinta», spiega Ceriscioli sottolineando la positività del dato. «Non vuol dire che abbiamo risolto tutti i problemi, anzi, c’è ancora tanto da lavorare», osserva. Ma il governatore è convinto che il sistema marchigiano «oltre ad avere avuto dei colpi specifici come il sisma, prima, la caduta di Banca Marche, che era un punto di riferimento per il sistema di piccole e piccolissime imprese, situazione si è aggiunta alla crisi, poi» può contare sulle «qualità degli imprenditori marchigiani che sono straordinarie».
Certo è che per il presidente della Regione a frenare la ripresa è anche il fatto che il sistema economico del territorio è costituito «da realtà molto piccole in un mondo globale dove si compete a livello internazionale sui mercati esteri». Questo implica che «ci vuole più tempo. Mentre per una grande impresa è facile organizzarsi per affrontare un nuovo mercato, per chi è piccolo la cosa non è così banale e trovo abbastanza naturale che ci sia un percorso più lento per questa realtà».
Tuttavia, assicura Ceriscioli, «le imprese marchigiane, risistemato il paradigma rispetto al mondo che è cambiato» possono tornare ad avere la capacità di competere».
Il governatore evidenzia anche altri due dati «molto positivi» e per lui «molto cari»: quello dell’occupazione che è cresciuta e quello della disoccupazione che è calata. «Ho guardato questi valori e sono paragonabili a quelli che l’Emilia Romagna ha avuto nello stesso periodo in una situazione ben diversa dalla nostra sia per il tipo di imprese sia per le infrastrutture. Non hanno avuto il terremoto, Banca Marche per loro non era così essenziale: ma noi abbiamo avuto la stessa capacità di risposta perché quando parliamo di economia e di contributo di impresa il nostro obiettivo è il lavoro che è il primo welfare insieme alla dignità delle persone. Inoltre – prosegue – per un marchigiano stare senza lavorare è una cosa difficile. Ciò che è stato fatto per recuperare questi indici è il punto finale di un lavoro, importante, fatto da parte di tutti».