ANCONA -«Abbiamo fatto molta attenzione a tutto quello che sta intorno alla sanità, come il sociale e il socio sanitario». Il presidente regionale Luca Ceriscioli interviene così sul Piano Socio Sanitario regionale, lo strumento di programmazione dell’attività sanitaria e sociale della Regione, approvato il 4 febbraio scorso dall’assemblea legislativa.
«Sotto il profilo del sociale – osserva – la Regione storicamente ha messo in media 60 milioni di euro all’anno, ai quali si aggiungono quelli dei singoli comuni. Noi siamo riusciti a portare questo importo a 85 milioni. E abbiamo deciso di impegnarci in questo obiettivo proprio per venire incontro al bisogno di tante persone».
E ancora. Con l’invecchiamento della popolazione, spiega Ceriscioli è stato necessario individuare e investire in «alcuni servizi, cresciuti in termini di necessità» come ad esempio quelli per gli anziani non autosufficienti, o quelli per le persone che hanno bisogno di strutture e quelli per visite domiciliari. «Su tutte queste attività di carattere socio-sanitario c’è stata una bellissima crescita», commenta il governatore.
E i numeri parlano chiaro: la residenzialità e la semiresidenzialità sono state incrementate di quasi 1.800 posti, oltre al «raddoppio quasi dell’assistenza domiciliare» e altri 400 posti letto o posti in struttura nei centri in via di convenzione.
«Continueremo a crescere – prosegue – perché sono stati fatti altri investimenti nella Regione. Riteniamo che non basta dire che si invecchia; bisogna anche mettere in campo risorse, strutture e investimenti necessari a dare risposte».
Andando ad osservare i dati, gli investimenti della Regione in politiche sociali e socio-sanitarie per le fasce più deboli della popolazione ammontano a 1 miliardo e 123 milioni di euro (nel periodo 2015 – 2019). Alle politiche socio-sanitarie sono stati destinati oltre 776 milioni per l’assistenza residenziale e semiresidenziale, mentre il sociale ha beneficiato di 345,5 milioni. Cifre che vanno ad aggiungersi agli oltre 426 milioni messi per l’edilizia sanitaria.
A beneficiare di queste risorse sono stati gli anziani non autosufficienti, le persone con disabilità, quelle affette da dipendenze patologiche e le strutture che consentono alle famiglie di disporre di un accompagnamento nelle fasi più complesse. Gli interventi hanno riguardato anche il potenziamento degli Ambiti territoriali sociali, l’assistenza socio sanitaria, le famiglie e i minori, il contrasto alla violenza di genere e all’esclusione sociale, lo sport, il terzo settore e i penitenziari.
«Stiamo dando soluzioni adeguate e soddisfacenti a un bisogno crescente – prosegue Ceriscioli – rappresentato da una popolazione sempre più anziana, offrendo servizi alla comunità per permettere, a tutti, di vivere meglio». Un risultato ottenuto, sottolinea il presidente regionale, «senza toccare le tasse» che spiega «abbiamo abbassato».
Ma a crescere sono anche i posti letto nelle strutture che aumenteranno a 2.200 anche in questo caso con «un incremento storico», sottolinea il presidente.
Nel dettaglio i 345, 5 milioni destinati alle politiche sociali hanno rafforzato gli Ambiti sociali (34 milioni), aiutato le famiglie e i minori (46,7 milioni), contrastato l’esclusione sociale (13,3 milioni), promosso il superamento delle disabilità (104,8 milioni), contrastato alle dipendenze (55,3 milioni), sostenuto le attività sportive a carattere sociale (2,6 milioni), aiutato gli anziani e la non autosufficienza (85,4 milioni), il terzo settore (1,9 milioni), combattuto la violenza di genere (2,6 milioni). Sul fronte dell’assistenza socio-sanitaria, i 776,5 milioni sono serviti per garantire la residenzialità e la semiresidenzialità per anziani, disabili fisici e psichici, persone affette da dipendenze da sostanze stupefacenti, pazienti in riabilitazione e malati da Hiv.