ANCONA – «Raccontare una regione attraverso la bicicletta significa raccontare un ambiente sano, aria pulita, posti belli da vedere e trasmette immediatamente la qualità del territorio». Spiega così il governatore regionale Luca Ceriscioli la scelta di aver scommesso dal punto di vista turistico su un segmento particolare come quello del bike. «È un cluster di nicchia che sta crescendo tantissimo. Abbiamo tutte le caratteristiche per essere il paradiso del bike, così come ci siamo autobattezzati, e stiamo portando avanti un’azione coordinata per sfruttare questo settore».
Il bike è una delle punte di diamante dell’offerta turistica marchigiana per la quale la Regione ha stanziato 50 milioni di euro per il completamento delle ciclovie, alle quali si affiancheranno gli anelli montani e il bike park. «Spostare un 1% del mercato dei bike significa destagionalizzare l’offerta turistica» e questo, osserva, consentirà di «dare una risposta importante a tutte le aree interne che sono quelle che hanno il massimo delle potenzialità da sfruttare». Un turismo sostenibile e alla portata di tutti, grazie alla pedalata assistita, che ha fatto diventare «tutti dei piccoli Nibali» spiega il presidente regionale ricordando gli spot televisivi con protagonista il campione del ciclismo italiano Vincenzo Nibali in qualità di testimonial delle Marche. Intanto Ceriscioli spiega che la Regione sta investendo nelle 13 ciclovie per 800 km complessivi che coprono tutto il territorio marchigiano, metà delle quali sono già finanziate.
A far gongolare il turismo regionale è il riconoscimento per le Marche fra le Top Destination della prestigiosa guida Lonely Planet per il 2020. «Essere la seconda regione al mondo designata dalla guida Lonely Planet è un fatto molto importante» prosegue il governatore spiegando che «è un’occasione che non vogliamo buttare via e che stiamo sfruttando in tutti i modi». Ma a spingere il turismo oltre alla strategia è soprattutto il «grosso lavoro fatto in termini di comunicazione» negli ultimi tre anni e con lo spot di Nibali andato in onda durante il Festival di San Remo quando ha registrato oltre 60 milioni di contatti.
«Per cogliere le opportunità dobbiamo guardare i dati che segnano una crescita del 6% di presenze l’anno scorso – prosegue – Siamo molto forti sul mercato nazionale, laddove abbiamo fatto tanta comunicazione negli ultimi due anni, e più fragili su quello internazionale. Lonely Planet ci spalanca la porta dove avevamo più bisogno».
Ma per sfruttare il mercato internazionale è stato fondamentale il salvataggio dell’aeroporto. Un hub turistico per chi viene da lontano. «Oggi si capisce ancora di più il valore di questa scelta. Il turismo sta diventando una sorta di seconda gamba dopo il manifatturiero che è l’ammiraglio dell’economia marchigiana, perché abbiamo le caratteristiche per lavorare bene. Tanti gli operatori che hanno investito nel comparto e i b&b ci hanno aiutato tantissimo».
«Un aeroporto che funziona è il punto di partenza per far arrivare i turisti. Continuare a crescere in quella direzione significherà tanta buona occupazione per i nostri cittadini» conclude.
I dati parlano chiaro. Crescono i flussi turistici nelle Marche. Nei primi 10 mesi del 2019 i dati dell’Osservatorio regionale del turismo mostrano un +5,46% negli arrivi e un +5,95% nelle presenza. A crescere è soprattutto il turismo nazionale che segna un +6,34% di arrivi e aumenta anche sul fronte dei pernottamenti (+7,79), ma è in aumento anche il turismo straniero che incassa un +1,32%, anche se cala il periodo di permanenza sul territorio (-2,45%). Da gennaio ad ottobre del 2019, nelle Marche, si sono registrati complessivamente 2.174.379 arrivi dei quali 1.806.408 italiani e 367.971 stranieri e 9.698.491 presenze, fra le quali 8.095.308 italiane e 1.603.183 straniere.