SENIGALLIA – Prime multe sulla spiaggia di velluto per gli accessi notturni non consentiti. Dopo i vari raid dei giovani vandali alle prese con l’alcol da smaltire e dopo le proteste degli operatori balneari per i danni ricevuti e per la necessità di dover pulire ogni weekend lo stabilimento da conati e residui di pasti e bevute, sono fioccate le prime sanzioni da parte delle forze dell’ordine. Sanzioni che di fatto mirano anche a intimorire tutti coloro che normalmente vanno in spiaggia a ubriacarsi la sera o di notte, pur non essendo consentito.
“Colpirne uno per educarne cento” (citazione attribuita a Mao Tse-Tung) sembra essere il motto dell’amministrazione comunale che aveva chiesto alla prefettura e alle forze dell’ordine di rafforzare i controlli perché la spiaggia di Senigallia non divenisse terra di nessuno. E così è stato.
Passati i primi quattro weekend dalla riapertura post lockdown, i pattugliamenti sull’arenile hanno cominciato a ottenere gli effetti desiderati: ben 38 violazioni all’ordinanza che vieta l’accesso all’arenile demaniale dalla mezzanotte alle ore 6 sono state accertate durante l’attività di controllo svolta nella notte tra sabato 27 e domenica 28 giugno dal personale della Polizia Locale di Senigallia, coordinata dal comandante Flavio Brunaccioni. Controlli (e multe) che si sono concentrati nel tratto compreso dalla rotonda a mare al ponterosso, quello maggiormente colpito dai giovani vandali notturni, spesso minorenni.
In un solo caso è stata accertata anche la violazione al regolamento di polizia urbana che vieta il porto di alcolici da parte di minori e il porto di contenitori in vetro in spiaggia.
Le violazioni sono state accertate e contestate verbalmente: nei prossimi giorni verranno notificati i verbali di accertata violazione. Le multe previste per l’accesso in spiaggia da mezzanotte alle ore 6 vanno da 400 a 3.000 euro; se pagate entro 5 giorni dalla notifica del verbale c’è lo sconto del 30%, pagando quindi “solo” 280 euro. In caso di minorenni saranno i genitori a doverne rispondere. Sempre che qualcuno non sminuisca il fatto o non lo giustifichi.
Proprio su questo tema le associazioni di categoria avevano consigliato all’amministrazione comunale di non fare affidamento sul solo buon senso, come hanno dimostrato i ripetuti raid negli stabilimenti balneari. Nel migliore dei casi, gli operatori si ritrovano a dover pulire l’arenile e le attrezzature, ma che qualche volta devono ricomprarne di nuove. I bagnini, stanchi della situazione, hanno presentato anche un esposto al prefetto.