SENIGALLIA – Difende il patrigno dall’accusa di violenza sessuale e la madre finisce a processo per calunnia. Imputata una russa di 44 anni, residente in città, finita in tribunale dopo l’archiviazione di un processo a carico dell’ex marito, un 64enne senigalliese, sposato nel 2003. La donna lo ha accusato di atti sessuali sulla figlia che, all’epoca dei fatti era ancora minorenne, avviando una causa e interessando anche il tribunale dei minori. Secondo la russa, l’uomo spacciava anche droga e avrebbe alzato le mani su di lei. Lesioni, spaccio, atti sessuali e maltrattamenti in famiglia i reati contestati.
Gli episodi riferiti dalla 44enne facevano riferimento al 2008, quando la figlia, avuta con una precedente relazione, aveva 14 anni. A gennaio 2013 il gip però aveva archiviato tutto perché la figlia della donna, sentita con la formula dell’incidente probatorio, aveva respinto le accuse della madre difendendo il patrigno. «La droga in casa? Era zucchero», ha sostenuto la ragazzina, oggi 23enne. Nessun atto sessuale su di lei da parte del padre acquisito con il quale ha continuato a vivere dopo che la madre ha avviato la causa. Così il processo per calunnia, per la russa che oggi è stata sentita in aula, prima della figlia, dal giudice Paolo Giombetti. Prossima udienza il 14 febbraio. La 44enne è difesa dall’avvocato Francesco Tentindo. Il 64enne è rappresentato dall’avvocato Marcellino Marcellini.