SENIGALLIA – Udienza ieri (giovedì 3 aprile) in tribunale ad Ancona per chiarire l’aggressione a una capotreno avvenuto nel 2022 all’altezza di Senigallia. Un episodio che aveva destato molto scalpore sia per il fatto in sé, sia perché si inseriva in una scia di eventi aggressivi nei confronti del personale in servizio sui treni in atto da tempo. La vittima di quei momenti concitati, culminati con il successivo ricorso alle cure mediche, è comparsa davanti al giudice dorico per ricostruire i fatti.
Era l’agosto di tre anni fa. Complice il fatto che il treno 3921 partito da Piacenza e diretto ad Ancona fosse pieno di persone, si verificò l’aggressione da parte di una passeggera 41enne romana nei confronti della capotreno 36enne umbra. Tutto è partito da una richiesta che la 41enne rivolse alla capotreno: sosteneva che il proprio posto a sedere fosse occupato ingiustamente da un’altra persona, chiedendole di intervenire. Poi i toni si sarebbero fatti sempre più concitati fino ad arrivare alle mani finite sul volto e sul collo della vittima, presa anche a calci, assieme al fidanzato della 41enne. Una violenza fisica che aveva costretto la 36enne umbra a ricorrere alle cure del pronto soccorso senigalliese, mentre il treno era stato fermato a Senigallia, poi soppresso, costringendo i passeggeri a salire su un Intercity per terminare la corsa ad Ancona.
Per i reati di lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale la 41enne romana è finita a processo assieme all’allora fidanzato, un 52enne di Foggia. Dovrà rispondere anche di interruzione di pubblico servizio. La dipendente di Trenitalia è assistita dall’avvocato Alessandro Ferri, mentre l’imputata dal legale Edoardo Massari. Nel frattempo ha risarcito la vittima dell’aggressione con 750 euro e altri 250 a Trenitalia. In aula sono stati ascoltati anche due agenti della Polfer che erano intervenuti nel concitato parapiglia. Il processo si aggiornerà nel gennaio 2026.