SENIGALLIA – Viale Anita Garibaldi, via Ancona, via La Marca, viale dei Pini, via Don Minzoni, via Capri, stradone Misa, l’area ospedaliera. Sono alcune delle strade finite al centro di proteste legate all’abbattimento di alberi. Zone dove il dissenso sulle politiche ambientali non è stato ascoltato dall’amministrazione comunale: secondo Stefania Pagani, capogruppo in consiglio comunale di Vola Senigallia, la giunta Olivetti procederebbe per la propria strada incurante del malessere che si sta riscontrando in ampie fasce della città. E questo è solo uno dei vari temi di cui si discute in questo periodo.
«Ogni abbattimento è lecito quando legato a ragioni di sicurezza e incolumità – spiega Pagani – e purché alla cittadinanza vengano relazionate le ragioni da parte di un agronomo specializzato. È compito altresì dell’amministrazione comunale – in base anche al recepimento del protocollo di Kyoto – ripiantumare un congruo numero di essenze». Si tratta tra l’altro di perdere un patrimonio arboreo non indifferente: decine e decine di pini marittimi, alberi ad alto fusto quindi, caratteristici di Senigallia e altre città rivierasche.
Non è solo una questione estetica: «Quegli alti pini, che dispensavano ombreggiatura, riparo e ossigeno, non sono stati sostituiti ovunque. Dove è stato fatto, è avvenuto sempre con essenze di tutt’altra specie, giovani e dalle peculiarità diverse, che impiegheranno decenni prima di offrire la stessa compensazione in termini di qualità dell’aria». Quindi anche riflessi importanti sulla qualità della vita.
Ma la critica politica non si ferma qui, c’è infatti l’aspetto del dialogo con la città su cui Stefania Pagani si sofferma: «Questa era l’amministrazione che si è presentata agli elettori nel 2020 promettendo ascolto e coinvolgimento della società civile. La stessa società civile sfruttata in ambito politico ed elettorale pur di vincere le elezioni». Secondo la capogruppo di Vola Senigallia, dietro questo percorso però si sta formando una scia di «dissenso, rammarico e sconcerto. Forse – è l’auspicio – è arrivato il momento di rivedere questa strategia, di tornare ad ascoltare le istanze dal basso, di dare una vera centralità ai cittadini».