SENIGALLIA – Con la fine del 2019, le imprese si guardano indietro per tracciare un bilancio e riflettere su ciò che è possibile migliorare durante il nuovo anno. E sulla situazione economica delle aziende della vallata esprime forte preoccupazione Riccardo Montesi, il presidente del “Gio Marche“, l’associazione imprenditori e professionisti valli Misa e Nevola.
Guardando l’intera regione, la ripresa sembra essere concentrata soprattutto sulla zona nord grazie al traino dell’export nel settore nautico, al buon andamento delle ditte meccaniche e cartotecniche, mentre sono risultati stabili i settori agricolo e tessile.
Un’economia a due marce segnalata anche da alcune associazioni di categoria le quali, va detto, hanno posto l’accento su andamenti diversi, come le aziende agricole che sembrano tornare a crescere a discapito del settore tessile, del commercio e dell’artigianato che registrano importanti frenate.
Ma al di là delle vedute, ci sono alcuni problemi che riguardano davvero tutte le imprese, da qualsiasi punto di vista si osservi la scena economica marchigiana: tra questi la difficoltà all’accesso al credito e la sempre troppa burocrazia. La prima significa rubinetti chiusi da parte delle banche per molte ditte che quindi son costrette a rinunciare agli investimenti – anche quelli tecnici per migliorare la propria produttività – o a rinnovamenti; la seconda invece significa lentezza nell’adeguarsi all’andamento del mercato, tante scartoffie che rischiano di far perdere tempo agli imprenditori e costi esorbitanti persino per chi vorrebbe dare vita a un’impresa.
Se a questo si aggiunge la possibilità di nuove tasse (come le auto aziendali o la plastica, solo per citarne alcune), la mancanza di personale altamente qualificato e spesso una visione del territorio non condivisa con la politica, ecco che questi fattori creano un mix letale per le aziende della regione. E la vallata del Misa e del Nevola non sono da meno. Anzi, in questa zona la carenza di infrastrutture ben collegate tra loro e la flessione del turismo registrata nell’ultimo anno rischiano di essere la spada di Damocle per le imprese locali.
Tra i suggerimenti che Montesi fornisce, uno è un appello a che la politica torni a dialogare con gli imprenditori per cercare soluzioni condivise e snellire la burocrazia; l’altro è cercare di favorire percorsi che davvero avvicinino il mondo dell’educazione con quello del lavoro, in modo tale da non subire la fuga dei cervelli (e non solo quelli).