L’AQUILA – Udienza preliminare per l’iter giudiziario relativo all’alluvione che il 15 settembre 2022 devastò le alte Marche, dall’area del monte Catria e Cantiano fino alle valli Misa-Nevola e alla spiaggia di Senigallia. La seduta si è tenuta questa mattina al tribunale de L’Aquila davanti alla gip Guendalina Buccella dove si sono costituiti parti civili circa 300 cittadini e imprese danneggiate dal drammatico evento che causò la morte di 13 persone, tra cui un’adolescente e un bambino piccolo, e danni per circa 2 miliardi di euro.
Il processo si è spostato al tribunale abruzzese in quanto nella magistratura dorica c’è un giudice alluvionato, esattamente come accaduto per il processo relativo all’alluvione del 3 maggio 2014. Sono 22 le persone indagate, spiega l’avvocato Corrado Canafoglia, a vario titolo per reati che vanno dall’omicidio colposo plurimo all’inondazione, tra funzionari e tecnici di Regione Marche, Provincia di Ancona, Consorzio di Bonifica Marche e Comune di Serra de’ Conti.
Secondo la procura ci sarebbe stata una importante serie di negligenze e omissioni che creò le condizioni adatte per l’esondazione dei fiumi Misa, Nevola e Burano nell’area dell’alto pesarese: tra le azioni contestate agli indagati ci sono la mancata rimozione di alberi e detriti dal letto dei fiumi ma anche la realizzazione non a norma del ponte Angeli dell’8 dicembre 2018, costruito in sostituzione del ponte II Giugno alluvionato 8 anni prima.
Tra le parti civili si sono costituite i familiari delle vittime tra cui Tiziano Luconi, papà del piccolo Mattia di 8 anni travolto dalla piena a Serra de’ Conti, ma anche centinaia di cittadini e imprese danneggiate dall’alluvione che ha invaso abitazioni e aziende di nove comuni. Al loro fianco anche l’unione nazionale consumatori (Unc), il Codacons e la società italiana di geologia ambientale (Sigea), mentre mancano i comuni alluvionati e la regione Marche. Costituzioni che verranno valutate nella prossima udienza fissata per il 12 marzo 2025.