Senigallia

Alluvione 2022, l’impegno per «restituire sicurezza a Senigallia e alle valli Misa Nevola»

Il governatore: «Investiamo circa 7 milioni all’anno per manutenzioni mentre prima erano stanziati 5 per tutto il quinquennio». Babini si sbilancia su date e risultati, il sindaco Olivetti cauto

La ripartenza post alluvione 2022 del territorio di Senigallia: incontro con i vertici regionali e commissariali
La ripartenza post alluvione 2022 del territorio di Senigallia: incontro con i vertici regionali e commissariali

SENIGALLIA – Come può ripartire l’area di Senigallia e dei comuni limitrofi duramente colpita dall’alluvione del 15 settembre 2022? Secondo la Regione Marche solo con interventi di messa in sicurezza del territorio per restituire garanzie e serenità ai cittadini e alle imprese. Lo ha dichiarato il presidente Francesco Acquaroli durante l’incontro promosso dal Rotary Club cittadino che si è svolto nell’aula consiliare di Senigallia.

Un incontro a quattro voci alla presenza, oltre del governatore regionale, anche del sindaco Massimo Olivetti, del vicecommissario all’alluvione 2022 Stefano Babini e del presidente di Confindustria Ancona Pierluigi Bocchini. «Il rischio zero», cioè la sicurezza di non vivere mai più alluvioni o disastri ambientali, «semplicemente non esiste» ha affermato Acquaroli prima di fornire alcuni dati e cifre relative agli interventi in cantiere o in programma. La sicurezza del territorio, ha spiegato, non passa attraverso continue richieste di soldi al governo che rischiano solo di «sottrarre risorse ad altre emergenze», ma con l’efficace spesa di quelle già ottenute: «Inutile ora chiederne di nuove – ha detto il governatore marchigiano – se non riusciamo a spendere bene quelle che abbiamo. Solo dopo la rendicontazione definitiva dei 400 milioni potremo capire se avremo agito bene o se sarà necessario fare altre richieste».

Proprio i lavori già effettuati sugli argini e sui letti dei fiumi Misa e Nevola sono stati al centro dell’incontro in un’aula consiliare gremita di persone e imprenditori: lo scopo, è stato ribadito, è quello di restituire la piena portata ai corsi d’acqua dopo le continue erosioni delle sponde. Tra i primi passi ci sono stati il rafforzamento delle arginature e l’asportazione di 400 mila metri cubi di detriti e fanghi dagli alvei fluviali. Ma non basta. «Questo territorio evidenzia una fragilità importante – ha continuato Acquaroli – : se passiamo lungo l’autostrada possiamo vedere che i fiumi marchigiani hanno tutti il proprio letto ormai alto quasi quanto le sponde. E’ chiaro che servono interventi per ridare garanzie a questo territorio ma per farlo dobbiamo cambiare approccio, con leggi meno ideologiche nei confronti degli interventi sull’ambiente».

Proprio l’ambiente vallivo sarà quindi interessato da numerosi interventi ancora in fase di avvio o addirittura solo progettuale, tra cui le vasche di espansione in realizzazione a Senigallia, e quelle in progettazione nella zona di  Pancaldo, a Ostra Vetere, e a Ponte Lucerta, nel Comune di Corinaldo, a tutela degli abitati di Ostra e Trecastelli. «La sicurezza non potrà esserci se non a interventi ultimati – ha spiegato il vicecommissario per l’alluvione Babini – ma è chiaro che poco per volta sarà un territorio sempre più sicuro». Per ottenere questo risultato servirà un sistema integrato di aree di compensazione o laminazione e di vasche di espansione: per i casi più complessi Babini ha parlato anche di 5 anni di lavorazione, il che porterebbe il territorio ad attendere ancora almeno fino al 2029-2030 prima di veder ultimati gli interventi su cui si sta discutendo oggi.

Infine, i temi dell’urbanizzazione poco attenta alla sicurezza ambientale (si è costruito praticamente nelle anse dei fiumi e oggi è molto complicato e costoso pensare di delocalizzare) e della manutenzione costante: su quest’ultimo Olivetti ha dichiarato di essere soddisfatto dei lavori svolti ma che lo sarà di più a interventi conclusi, mentre il presidente Acquaroli ha ribadito l’impegno della Regione: «Investiamo circa 7 milioni di euro all’anno sulla manutenzione dei corsi d’acqua e abbiamo iniziato proprio dal Misa – ha dichiarato – mentre nel quinquennio precedente, in tutta la legislatura erano stati stanziati tra i 5 e i 6 milioni per tutta la regione. Noi arriviamo a oltre 30 milioni di euro. Ma ne servirebbero altri».