Senigallia

Alluvione, un commissario straordinario alla guida dell’ufficio tecnico speciale

L'idea di un esperto che possa velocizzare le opere e bypassare la bucrocrazia piace sempre di più. Novità per le vasche di espansione

Senigallia coperta dal fango dopo l'alluvione del 15 settembre 2022 (Foto Federico Stella)

SENIGALLIA – Un commissario straordinario a capo dell’ufficio tecnico speciale per il fiume Misa e Nevola. Questa l’ipotesi che sta circolando da tempo ormai e che potrebbe vedere la svolta entro poche settimane. L’auspicio arriva da più parti: da ex e attuali amministratori che conoscono bene la situazione dei lavori pubblici e le strette maglie della burocrazia entro cui muoversi.

L’arrivo di un tecnico con deleghe speciali potrebbe permettere di bypassare la burocrazia esistente e far avviare le opere per la messa in sicurezza del territorio. Sulla stessa linea di quanto fatto da Bonaccini per il terremoto in Emilia del 2012, da Legnini per la ricostruzione post sisma 2016 e da Bucci per il ponte Morandi nel 2018 a Genova. La strada sembra essere quella anche per l’area senigalliese e non è detto che il commissario straordinario possa essere il presidente regionale o il sindaco stesso di Senigallia.

Nel frattempo la situazione è di stallo per quanto riguarda le opere concrete che dovrebbero mitigare il rischio di nuove esondazioni o criticità idrogeologiche (nell’area montana si sono verificati dissesti diffusi più che una vera alluvione come invece avvenuto a valle). La sburocratizzazione rimane ancora un miraggio ma il tempo scorre e con esso la possibilità di nuove precipitazioni abbondanti.

Intanto il primo passo, ovvero la previsione di un ufficio tecnico speciale per il bacino idrografico Misa-Nevola, è stato compiuto: lo ha deciso la Regione Marche su input di uno dei comitati sorti all’indomani dell’alluvione del 15 settembre 2022. Una struttura studiata proprio per ospitare un commissario che abbia deleghe speciali e le conoscenze sulla materia. Su questo aspetto nessuno si è ancora sbilanciato però e l’ipotesi rimane ancora sulla carta, un auspicio che arriva da più parti per mettere fine al triste elenco di alluvioni che questo territorio ha già sopportato: 1976, 1991, 1994, 2011, 2014, 2022. Sei gravi eventi di cui tre con vittime.

Tra le critiche finora ricevute quella di non avere stanziato risorse ad hoc, anche se dovranno arrivare quelle annunciate dal governo (i 400 milioni di euro), e la mancanza di progetti da cui iniziare a ragionare. Idee e strategie in realtà già esistono, ma non da parte del nuovo ufficio tecnico speciale che dovrà farsene di proprie oppure appropriarsi di quelle già elaborate.

Come quella sulle vasche di espansione, progetto fermo da 40 anni, di cui solo una prima area ha visto l’arrivo delle ruspe senza che abbiano terminato il lavoro. A quella, da estendere, se ne aggiungeranno altre due: una prima di Pianello, a Ostra; l’altra prima di Passo Ripe, a Trecastelli. Lo scopo è ridurre la quantità di acqua che potrebbe raggiungere il centro abitato di Senigallia, dove il Misa passa in mezzo alla città subendo un restringimento importante dell’alveo fluviale.