SENIGALLIA- La lista civica “Vivi Senigallia” esprime, attraverso un comunicato stampa, il suo punto di vista in merito alle indagini sull’alluvione. La Procura ha notificato nei giorni scorsi la proroga delle indagini. Sarebbero undici le persone indagate, ma nessuna ha ancora ricevuto l’avviso di garanzia. Il termine delle indagini è stato fissato il 28 febbraio 2018.
«Quello che è accaduto e sta accadendo in questi giorni sulla stampa e nella nostra città in relazione agli eventuali avvisi di garanzia per l’alluvione del 3 maggio 2014 deve far riflettere sul degrado civile e politico in cui si sta scivolando e sulla mancanza di memoria dei fatti e rispetto delle persone.
1- E’ intollerabile che eventuali indagati sulla vicenda vengano a conoscere la propria “condizione” di indagati attraverso la stampa: tutti si dovrebbero indignare per quanto accaduto e tutti dovrebbero chiedere, prima di ogni altra cosa, il ripristino immediato di un percorso corretto e rispettoso delle persone interessate: ci sarà pur qualcuno cui spetta rimettere ordine in questo sistema “malato”: non basta “deprecarlo” e poi passare oltre.
2- Il nostro Sindaco e altre 10 persone ancor prima di ricevere qualsiasi tipo di comunicazione hanno subito dagli avversari e da altri con aspettative personali e politiche varie azioni di “sciacallaggio” che non hanno nulla a che vedere con l’interesse della città.
3- Stiano tranquilli costoro: il sindaco Mangialardi rimane e rimarrà con determinazione, autorevolezza e lucidità alla guida della nostra città: ha la totale e incondizionata fiducia di Vivi Senigallia e della sua maggioranza, della stragrande maggioranza dei cittadini che dopo appena un anno dall’alluvione lo hanno confermato sindaco al primo turno, anche per come aveva agito in quelle circostanze. Da quel secondo mandato la città ha continuato a crescere tanto da diventare di riferimento per l’intera regione, da quella riconferma continuo è stato il lavoro per recuperare in parte i danni dell’alluvione tanto da risarcire i cittadini che ne hanno fatto richiesta in meno di due anni; continuo è stato ed è l’impegno per intervenire sulla sicurezza del fiume e del territorio; continua è stata la vicinanza e la solidarietà “concreta” del sindaco verso i cittadini colpiti dall’alluvione.
4- Stiano tranquilli costoro e riaccendano almeno un barlume di memoria: tutti sappiamo che quell’evento alluvionale è stato straordinario, imprevedibile e improvviso: la rottura di un argine di un fiume, di proprietà della regione e mantenuto dalla provincia, per oltre 50 metri che riversa oltre 14 milioni di mq di acqua creando un fiume parallelo che ha travolto interi quartieri ed altrettanti mq lungo l’alveo naturale mettendo a rischio il centro città , costituiscono un fenomeno eccezionale e imprevedibile, per nulla una replica di eventi alluvionali già avvenuti in passato. Siamo certi che la verità vera emergerà per intero ed il tempo sarà galantuomo.
5- Ancora un po’ di memoria e di rispetto: per un sindaco e per tutti i suoi collaboratori che in quei giorni hanno lottato e con abnegazione assoluta (si vuole ironizzare anche su questo!?) hanno riportato la città in condizioni da poter vivere normalmente l’imminente stagione estiva ed hanno attivato tutto quanto era possibile per alleviare le conseguenze dei cittadini colpiti: è lo stesso sindaco e sono gli stessi collaboratori che oggi secondo alcuni sarebbero già responsabili.
6- Con il grande rispetto dovuto anzitutto alle persone, diversamente colpite dall’alluvione (vittime o con responsabilità amministrative, alcuni l’uno e l’altro) e con la memoria che non può e deve dimenticare nulla, noi di Vivi Senigallia ribadiamo fiducia nell’azione dei giudici nel percorso per arrivare ad una serena e spassionata lettura di quella vicenda: ma diciamo no a violazioni eclatanti delle tutele delle persone previste dal nostro sistema giurisdizionale, diciamo no agli sciacalli di turno che come in ogni occasione e spesso con le stesse facce che si parli di complanare, piazza Garibaldi, ponti o ospedale, ora ,come allora, si rifanno vivi, ma siamo certi che ora, come allora, la città li saprà ignorare con disgusto».