OSTRA – Si torna a parlare di alluvione, di sicurezza, di risarcimenti a Casine di Ostra, una delle località più colpite dal disastro del settembre 2022. A proporre e organizzare la nuova iniziativa è ancora il Comitato 15 Settembre – Alluvione del Misa e del Nevola che ha promosso un incontro pubblico, aperto a tutti, per discutere di tematiche ancora in sospeso ma molto rilevanti per le comunità interessate.
A oltre un anno dall’alluvione che ha devastato le valli del Misa e del Nevola causando 13 vittime e ingenti danni per circa 2 miliardi di euro, si devono ancora affrontare con sistematicità, chiarezza e completezza sia tutto il capitolo dei lavori di messa in sicurezza, sia la questione della prevenzione di nuovi eventi, sia l’argomento – altrettanto spinoso – dei risarcimenti. «Le esclusioni e i limiti attualmente previsti sono fortemente penalizzanti, soprattutto per gli alluvionati maggiormente danneggiati – spiegano dal comitato 15 settembre – e illustreremo le proposte di rimodulazione e modifica dell’attuale regolamento, nonché l’elevazione al 100% dei rimborsi, come previsto per le alluvioni dell’Emilia Romagna».
L’incontro si terrà domani, mercoledì 13 dicembre, alle ore 21 al circolo Acli Falco, a Casine di Ostra. Interverranno Stefano Babini, vicecommissario della Regione Marche per gli eventi alluvionali del 2022; Giuseppe Di Meglio, ingegnere idraulico ed Eraldo Raffaeli, presidente del Comitato 15 Settembre.
Per quanto riguarda i lavori di messa in sicurezza di tutta l’asta fluviale del Misa e del Nevola, secondo il comitato c’è da parlare anche «dell’efficacia prevista degli interventi effettuati e di quelli ancora da fare, oltre che spiegare quale sarà la struttura che assicurerà la manutenzione delle opere negli anni a venire».
Sempre di prevenzione poi si parlerà con il tema del sistema di allerta: tra le richieste c’è ovviamente quella che sia «efficace, adeguato alle variazioni climatiche intervenute». Dovrà essere accompagnato dall’«adeguamento delle apparecchiature di monitoraggio delle precipitazioni e dei corsi d’acqua» e dalla formazione dei cittadini residenti in zone a rischio di alluvione. Proprio la consapevolezza è secondo Raffaeli una delle chiavi che «avrebbe potuto evitare molte delle vittime dell’ultima alluvione».