Senigallia

Alluvione, manifestazione a Ostra “per non dimenticare”

Messa in sicurezza del territorio, indennizzi del 100% dei danni subiti, sistema di allertamento della popolazione e un commissario ad acta che possa dare risposte efficaci: queste le richieste a otto mesi dall'alluvione del 15 settembre scorso.

Alluvione, manifestazione a Ostra "per non dimenticare"
Alluvione, manifestazione a Ostra "per non dimenticare"

OSTRA – A otto mesi dall’alluvione ancora non si è fatto nulla o quasi di concreto per mettere in sicurezza i fiumi Misa e Nevola. E una terza esondazione non è poi così improbabile dato che lo stato degli argini e dei territori alluvionati è in alcuni tratti in uno stato peggiore del 15 settembre 2022. Questo il grido di rabbia e dolore che emerge da Pianello di Ostra, dove ieri è stata organizzata una manifestazione per non dimenticare ciò che è stato e per non essere dimenticati.

Un ricordo delle 13 vittime, doloroso ma necessario, che hanno perso la vita in quelle drammatiche ore; un esame di quanto fatto finora per la messa in sicurezza del territorio dalle istituzioni che, secondo i residenti e i vari comitati di alluvionati, si sarebbero limitate a tante promesse e poco più; una visione complessiva della vicenda alluvione ancora non chiarita sui reali danni subiti, senza adeguati indennizzi e senza un nuovo sistema di allertamento della popolazione che possa in qualche modo limitare vittime e danni in caso di nuovi disastri. C’è tutto questo e molto di più nella protesta promossa da residenti e comitati che ha visto scendere nel piazzale di Pianello circa 300 persone, a cui hanno partecipato anche esponenti politici del territorio e i sindacati che hanno appoggiato in pieno la causa.

«Chi di dovere, deve intervenire per la messa in sicurezza del territorio – ha spiegato Andrea Morsucci, del comitato tra due fiumi – perché non è possibile che ancora non sia stato fatto nulla». Se una terza esondazione è pur sempre possibile anche a lavori fatti, il non aver ancora sistemato argini e letto dei fiumi di certo non è rassicurante per chi ha già perso tutto. Anche la questione delle vasche di espansione, seppure non risolutiva di tutti i problemi, è in alto mare: l’unica avviata prima del 15 settembre deve ancora essere ultimata. Delle altre tre in programma sono solo stati annunciati i soldi e le zone in cui nasceranno ma nient’altro.

Tra le richieste concrete non c’era solo quella della cabina di regia in un ufficio tecnico speciale Misa Nevola, istituito ma di fatto privo di risorse economiche e umane: anche quella di nominare un commissario ad acta che potesse bypassare i vincoli burocratici e dare finalmente risposte efficaci sul territorio. Figura mai nominata mentre il tempo del decreto che sancisce l’emergenza per le valli Misa e Nevola sta per scadere.

L’obiettivo dunque era ed è sempre quello di non far spegnere i riflettori su quanto accaduto lungo un’intera vallata che non è solo Senigallia: in molti lamentano un’eccessiva visibilità (non solo economica ma anche politica) della città più a valle, (quella che comunque vada l’acqua la prende sempre), a discapito del resto dell’entroterra. Ma i problemi sorgono a monte, spiegano ancora dai comitati e non è giusto ricevere meno attenzioni. Così come non è giusto, concludono, percepire indennizzi inferiori a quanto perso dalla popolazione. Il 100% dei danni deve essere ristorato, senza esclusioni, senza cavilli, senza creare disparità. Il territorio chiama, la politica risponda.

I cartelli di protesta esposti durante la manifestazione a Pianello di Ostra "per non dimenticare" il territorio colpito dall'alluvione
I cartelli di protesta esposti durante la manifestazione a Pianello di Ostra “per non dimenticare” il territorio colpito dall’alluvione