Senigallia

Alluvione Misa e Nevola, il Comitato 15 settembre “contro” il Consorzio di bonifica

Gli alluvionati di Ostra chiedono al commissario Acquaroli progetti e opere per ridurre il rischio idrogeologico su tutta la vallata, tempi rapidi, indennizzi adeguati a coprire tutti i danni

OSTRA – Altro che manicomio. A replicare alle affermazioni del presidente del Consorzio di bonifica delle Marche, Claudio Netti, ci pensa il Comitato 15 Settembre – Alluvione Valli Misa e Nevola recentemente costituitosi nell’area di Ostra. A due mesi dagli eventi alluvionali che hanno devastato tutta la vallata, vengono chiamati in causa anche il presidente regionale nonché commissario delegato Francesco Acquaroli e il vicecommissario Stefano Babini.

Recentemente, il responsabile del Consorzio di bonifica ha affermato in tv che il problema della vallata è rimuovere inizialmente il tappo che si è creato alla foce, dove c’è il restringimento del fiume Misa. “…il tema fondamentale è che si comincia a mitigare il rischio idraulico togliendo il ‘tappo’, dopo si discute anche della dimensione del ‘lavandino’; …chi dice che il rischio va mitigato a monte è uno che, come dice De Luca l’altro giorno, bisogna riaprire i manicomi e rinchiuderlo dentro“. Diversi i fattori che contribuiscono a questo risultato: dal passaggio in mezzo alla città con restringimento della sezione alla presenza di ponti con pile in alveo fino al canale a lato del porto privo dello sbocco nella darsena dei pescatori.

Secondo il Comitato 15 settembre però le parole di Netti sono «gravi ed errate» perché la mitigazione del rischio si otterrebbe solo procedendo da monte verso valle. «Se si persiste nell’impostazione espressa da Netti, non verrà mai risolto il problema, come dimostrano le alluvioni del 2014 e del 2022. Va cambiato approccio ed elaborato un progetto unitario di messa in sicurezza di tutto il bacino, frutto di uno studio concreto del territorio, coinvolgendo anche i sindaci e i comitati dei cittadini delle zone interessate».

Pronte dunque le richieste rivolte nuovamente al commissario Acquaroli. Innanzitutto il ripristino degli argini, con bonifica e pulizia dell’alveo di Misa e Nevola, ancora invasi da legna e detriti, persino da auto e oggetti di ogni tipo, con perdurante pericolo in caso di nuove piene, oltre che fonte di inquinamento; in secondo luogo, rivedere il sistema di allerta sfruttando le nuove tecnologie. Servirà anche un progetto di bacino che non si limiti a guardare un singolo tratto ma interessi tutto il territorio da monte alla foce; interventi rapidi per evitare che le problematiche fin qui citate possano essere fattori che favoriscano nuove esondazioni, anche attraverso un commissario specifico che possa evitare ritardi burocratici e conflitti tra le competenze dei vari enti coinvolti. Infine, ma non meno importante, l’aspetto degli indennizzi: devono essere adeguati a risarcire tutti i danni subiti, comprese vetture, moto, senza tralasciare nulla e dando il via libera ad agevolazioni fiscali per protezioni anti alluvione e recupero del patrimonio edilizio danneggiato, per cui ancora sono stati stanziati fondi assolutamente «insufficienti».