SENIGALLIA – Ammontano a oltre 12 milioni di euro i danni e le spese urgenti a cui ha dovuto far fronte il Comune di Senigallia per l’alluvione del 3 maggio 2014 e solo a 12 giorni dall’udienza preliminare la giunta comunale ha deciso di costituirsi parte civile nel procedimento penale che vede al momento indagati alcuni amministratori e dirigenti, attuali e non. A sottolineare l’incongruità della tempistica sono il consigliere comunale Giorgio Sartini e Riccardo Pizzi, anche lui componente della lista Senigallia Bene Comune.
«Dal 26 ottobre 2017 abbiamo iniziato a presentare mozioni, interrogazioni e abbiamo eseguito l’accesso agli atti per poter sapere dalla giunta se il Comune si sarebbe costituito parte civile con il solo scopo di informare la città, hanno dichiarato i due esponenti di Sbc. Abbiamo depositato il testo dell’ennesima interrogazione il 29 ottobre e solo il giorno dopo la giunta ha deliberato in tal senso. Oggi abbiamo saputo che il legale interno del Comune sarà ancora assente per infortunio, quindi la giunta dovrà affidarsi a un avvocato esterno. I tempi sono molto stretti e, così facendo, rischia di precludersi qualche possibilità per la costituzione di parte civile e per eventuali risarcimenti. In quel caso sarà la giunta stessa allora a prendersi la responsabilità delle proprie azioni».
Il 12 novembre prossimo, infatti, si terrà davanti al gup Francesca De Palma l’udienza preliminare per l’attuale sindaco Mangialardi e il predecessore Angeloni che potrebbero essere rinviati a giudizio assieme ad altri sei indagati, tra cui il comandante dei vigili urbani ed ex dirigente della protezione civile di Senigallia Flavio Brunaccioni, il responsabile dell’ufficio tecnico di Senigallia Gianni Roccato, l’ex dirigente della Provincia Massimo Sbriscia, il presidente dell’Autorità di bacino Mario Smargiasso, l’ingegnere Alessandro Mancinelli e Libero Principi, funzionario lavori pubblici della Regione. (leggi l’articolo).
Tra le parti offese ci sono anche centinaia di cittadini, tra cui lo stesso Sartini, rappresentati per la maggior parte dall’avvocato Canafoglia del Coordinamento dei Comitati alluvionati, ma c’è lo stesso Comune di Senigallia: l’ente ha infatti subito danni al patrimonio pubblico per oltre 8 milioni mentre poco più di 3 milioni sono stati anticipati dal Ministero per far fronte alle spese urgenti come il ripristino della viabilità e degli edifici e lo smaltimento delle tonnellate di materiali alluvionati.