SENIGALLIA – È opportuno, dopo i tragici eventi di settembre, istituire un ufficio speciale per il bacino del Misa e del Nevola. Un organismo che si occupi di sorveglianza dei due fiumi, della loro manutenzione, delle allerte e di interventi in tempo reale per contrastarne la pericolosità. La proposta, che rientra nell’ambito delle varie iniziative per la messa in sicurezza del territorio, arriva dal “Comitato 15 Settembre Alluvione del Misa e del Nevola” a tre mesi esatti dal grave dissesto idrogeologico e dalla seguente inondazione che i comuni della vallata hanno subito, da Arcevia fino a Senigallia.
Tre mesi son passati dal quel 15 settembre – che è nel nome del comitato – in cui morirono 13 persone e ci furono danni per miliardi di euro: ancora però nulla è stato fatto. Ancora non sono arrivate le risorse promesse, nemmeno i 5 milioni annunciati dall’uscente governo Draghi nell’immediatezza; ancora non sono state messe in sicurezza le opere infrastrutturali necessarie al territorio; ancora non sono arrivati i ristori per quanti hanno subito danni e parliamo di migliaia di famiglie e imprese.
Dal Comitato 15 settembre sono arrivate altre richieste, ma di fatto questa è la prima proposta concreta, anche se prevede la creazione di un nuovo organismo che dovrebbe mettersi al lavoro partendo da zero e con il rischio che le competenze si accavallino con le realtà già esistenti. Nelle intenzioni degli alluvionati ostrensi, l’ufficio tecnico speciale per il bacino delle valli Misa e Nevola dovrebbe occuparsi della sorveglianza costante dei due fiumi; della manutenzione ordinaria e straordinaria del Misa e del Nevola e dell’intera rete idrografica del bacino, inclusi fossi primari e secondari; della gestione dell’allerta meteo; del presidio idraulico atto a provvedere a monitoraggi, in tempo reale, nonché ad attivare le iniziative di propria competenza per il contrasto della pericolosità di eventi di piena che potrebbero dare origine ad episodi alluvionali.
L’ufficio dovrebbe poi agire in collaborazione con la protezione civile, i comuni e le associazioni di volontariato, per intervenire su una problematica che da troppi anni grava sul territorio, «un rimedio all’incuria», ma anche teso a mitigare il più possibile gli effetti dei cambiamenti climatici in atto: da un’estate di siccità si è passati a un autunno di dissesti idrogeologici diffusi.
«Si avrebbe a disposizione un ufficio dedicato – spiegano i referenti del comitato – che accorcerebbe la catena di comando e renderebbe immediate le azioni da intraprendere. Uno strumento che andrebbe a superare l’attuale burocrazia, che sta tarpando le ali a qualsiasi iniziativa, anche di buon senso, auspicata dagli abitanti delle due valli».