Senigallia

Senigallia: passerella quasi pronta, poi tocca a ponte Garibaldi

Trovate le risorse per demolizione e ricostruzione. Richiesta la proroga dello stato di emergenza, mentre si sta ragionando sulla delocalizzazione delle abitazioni dalle aree esondabili

Lavori in corso per l'allestimento della passerella ciclopedonale sul fiume Misa a Senigallia
Lavori in corso per l'allestimento della passerella ciclopedonale sul fiume Misa a Senigallia

SENIGALLIA – Novità in vista per quanto riguarda le strutture interessate dall’alluvione del 15 settembre scorso. Mentre sono in corso i lavori per l’installazione e ultimazione della passerella ciclopedonale che dovrà temporaneamente ricongiungere la città spezzata in due, arriva la notizia del doppio finanziamento relativo alla demolizione e ricostruzione del ponte Garibaldi, inagibile da nove mesi. Qualcosa si muove anche per le vasche di espansione, la delocalizzazione delle case in aree alluvionabili e per la proroga dello stato di emergenza.

Andiamo per ordine perché proseguono a ritmo serrato i lavori per aprire celermente la struttura ciclopedonale posizionata sugli argini del fiume Misa in pieno centro storico a Senigallia. Gli operai sono impegnati a sistemare le rampe di accesso che non possono per legge avere una pendenza superiore all’8%: hanno comunque destato più d’una preoccupazione tra la popolazione più anziana, tanto da essere ribattezzato subito, alla stregua del ponte dei sospiri di Venezia, il “pont’ del fiatòn”. L’apertura è prevista per la seconda metà di giugno, anche se in realtà sarebbe dovuto essere pronto per maggio e gli slittamenti sono continui.

Appena sarà pronta la passerella, vi potranno essere agganciati i sottoservizi ora a fianco di ponte Garibaldi, passo propedeutico per il suo abbattimento che dovrebbe avvenire entro poche settimane e quindi entro la pausa di agosto. Entro la fine dell’anno è previsto invece che parta il cantiere per la sua costruzione ex novo. Sciolto il nodo risorse: c’è un accordo con Anas per oltre 4 milioni di euro. Si sta invece ancora ragionando sull’impalcato, sull’altezza, sulle ripercussioni alla viabilità e sulle possibili conseguenze anche per ponte degli “Angeli dell’8 dicembre 2018” che potrebbe in qualche modo essere rivisto in altezza nonostante sia stato costruito due anni fa.

Per quanto riguarda invece le altre ipotesi di opere pubbliche: il ragionamento è sull’opportunità di creare delle aree di laminazione naturali, senza argini artificiali dunque ma sfruttando la conformazione del terreno. Non delle vasche di espansione ma delle aree in cui il fiume possa uscire in maniera naturale dopo l’eventuale esproprio e delocalizzazione di abitazioni e attività commerciali e produttive: dovranno ovviamente essere prive di insediamenti abitativi o industriali. Una cinquantina le famiglie che hanno chiesto di essere delocalizzate in altre zone di Senigallia. Questa ipotesi però non toglie campo alle vasche di cui si parla e che sono in fase di progettazione a Pancaldo di Ostra Vetere e Ponte Lucerta di Trecastelli.

Da più parti arriva infine l’appello alla proroga di altri 12 mesi dello stato di emergenza e calamità: il prossimo 16 settembre decadrà il primo provvedimento ma le opere di messa in sicurezza, ripristino e ristrutturazione di case, edifici pubblici, infrastrutture sono ancora ben lungi dall’essere concluse. Appello che arriva sia dal capogruppo Pd in consiglio regionale Maurizio Mangialardi, sia dal sindaco di Senigallia Massimo Olivetti che ha portato la richiesta al tavolo con la Regione svoltosi ieri, 12 giugno.