CORINALDO – Salgono a oltre 2.670 gli interventi effettuati dalle squadre dei 465 vigili del fuoco impiegate in tutto il territorio devastato dall’alluvione del 15 settembre scorso. Tra questi anche numerosi nella vallata del Nevola e nel corinaldese. Anche qui, infatti, si stanno concentrando le ricerche di Brunella (è stato appena ritrovato, probabilmente, il corpo del piccolo Mattia), a otto giorni dagli eventi alluvionali. Una tragedia umana enorme, a cui si affiancano le altre operazioni relative a prosciugamenti, rimozione di fango e detriti, alberi abbattuti e danni d’acqua.
L’impiego in misura così massiccia di tanti uomini e mezzi nel territorio corinaldese, cosa che nei giorni immediatamente successivi all’esondazione non è avvenuta, è legato certamente alle ricerche di Mattia Luconi, appena 8 anni, e di Brunella Chiù, 56, ma anche perché anche l’area del Nevola è stata colpita dalle forti piogge che hanno causato la fuoriuscita del fiume dagli argini. In particolare, la zona Burello e le aree circostanti, dove l’alveo fluviale non è riuscito a contenere la grande portata di un fiume ingrossato dal maltempo.
A tal proposito il sindaco di Corinaldo, Gianni Aloisi, ha parlato di «tragedia immane» per i comuni colpiti più duramente, come Serra de’ Conti, Barbara, Ostra e Senigallia, e ha voluto precisare che «noi siamo stati toccati marginalmente, per l’intero tratto del Nevola che percorre il nostro territorio, però, non abbiamo avuto né vittime né dispersi. Dico solamente che siamo stati più fortunati; non siamo stati più bravi di nessuno, è solo fortuna». In molti hanno «descritto l’evento come uno tsunami al rovescio, dalla montagna verso il mare». E sulla questione della mancata allerta: «Nemmeno noi abbiamo avuto l’allarme, ma non si è trattato di un mancato allarme: non era secondo me prevedibile questa cosa quindi non vedo responsabilità particolari. Nessuno poteva pensare che le precipitazioni fossero così abbondanti da determinare tutto questo».