Senigallia

Amianto, al via la campagna di sensibilizzazione: una targa per le vittime

Prima tappa a Senigallia del progetto della presidenza del consiglio regionale. Il Comune sceglierà poi dove apporla. Latini: «Tenere alta l'attenzione sul problema»

I ruderi degli stabilimenti Sacelit-Italcementi a Senigallia
I ruderi degli stabilimenti Sacelit-Italcementi a Senigallia

SENIGALLIA – Ogni anno una targa simbolica in ricordo delle vittime di amianto. È l’iniziativa dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale; la prima tappa del progetto di sensibilizzazione si è tenuta a Senigallia, città in cui si sono contate centinaia di morti a causa delle conseguenze legate all’utilizzo e lavorazione dell’amianto degli storici stabilimenti ex Sacelit-Italcementi nella zona portuale.

La cerimonia di consegna della targa 2021 al sindaco Massimo Olivetti si è tenuta presso il teatro La Fenice nel corso dell’incontro “Amianto, un problema ancora attuale” che si è svolto  con il patrocinio dell’Assemblea legislativa. Il luogo dove sarà posizionata verrà individuato dal Comune, insieme alle associazioni. 

La consegna da parte del presidente dell’Assemblea legislativa delle Marche Dino Latini al sindaco di Senigallia Massimo Olivetti della targa 2021 in memoria delle vittime dell’amianto
La consegna da parte del presidente dell’Assemblea legislativa delle Marche Dino Latini al sindaco di Senigallia Massimo Olivetti della targa 2021 in memoria delle vittime dell’amianto

Il presidente Dino Latini ha spiegato che «questo progetto ha l’obiettivo di tenere alta l’attenzione sul tema dell’amianto, un problema ancora molto presente per gli effetti sulla salute e sull’ambiente. Ogni anno dedicheremo una targa alle vittime di una città, in segno di vicinanza alle famiglie». 

Nonostante siano passati quasi trent’anni dalla legge nazionale che dal 1992 bandisce l’utilizzo dell’amianto, nel solo 2020 sono state circa settemila le vittime di malattie collegate al materiale fibroso diffuso nell’ambiente e nell’aria, come illustrato nella relazione dell’Osservatorio nazionale. Secondo la Società italiana di medicina ambientale sono quasi centomila i siti contaminati in tutta Italia.