CASTELLEONE DI SUASA – La notizia dello stop definitivo al maxi allevamento di polli, proposto dalla società agricola Ponte Pio srl e dalla società agricola Fileni Srl, nel comune di San Lorenzo in Campo allieta anche i residenti e gli amministratori della vicina Castelleone di Suasa.
«Noi avevamo già espresso il nostro parere negativo durante la conferenza dei servizi che si è svolta nel dicembre scorso e prima ancora avevamo sollevato perplessità già nella precedente seduta del novembre 2019 – spiega il sindaco castelleonese Carlo Manfredi. Il consiglio comunale del giugno 2020 si era espresso in tal senso, dando mandato all’amministrazione di farsi portavoce della volontà della comunità in sede di conferenza dei servizi. Eravamo sicuri di questo esito poiché sappiamo che non si può realizzare un impianto senza la variante urbanistica che San Lorenzo in Campo avrebbe dovuto approvare per poter trasformare in terreno agricolo una zona residenziale».
Insomma, la comunicazione ufficiale da parte della Regione è solo l’ultimo tassello di una storia che ormai era già chiusa da mesi. Come a San Lorenzo in Campo, anche da Castelleone di Suasa si erano levate parecchie critiche al maxi allevamento da oltre due milioni di polli nel confinante comune. Proprio dai residenti era partita la mobilitazione per un progetto fortemente impattante: in molti avevano aderito al comitato AmbienteVivo Valcesano. che si è battuto in difesa di questa fascia di territorio a ridosso del fiume Cesano.
Tra le critiche che hanno portato poi al diniego nei confronti del progetto c’era innanzitutto la vicinanza dell’area individuata dalla Fileni al parco archeologico della Città romana di Suasa, considerato un fiore all’occhiello per il patrimonio regionale; vicinanza anche alla contrada di Pian Volpello dove insiste un’area artigianale che coinvolge oltre 100 lavoratori e a numerose abitazioni. Tutte realtà suscettibili, secondo l’amministrazione castelleonese, di pregiudizi per quanto riguarda la salute pubblica date le importanti emissioni di polveri e di sostanze odorigene tipiche di tali attività come l’allevamento intensivo previsto dal progetto.
Sulla vicinanza agli insediamenti abitativi, produttivi e culturali di Castelleone anche la cittadinanza si era mobilitata con una lettera inviata alla Regione che aveva visto sostanzialmente d’accordo l’amministrazione. Alcune critiche si sono levate anche verso l’amministrazione comunale castelleonese. «Secondo la minoranza consiliare il “no” al progetto doveva essere a priori – commenta il sindaco Carlo Manfredi – mentre noi abbiamo cercato di fare chiarezza, di informarci e comprendere rischi e benefici di tale progetto per il territorio. Abbiamo inoltre sempre affermato che non c’era stata un’adeguata trasparenza fin dall’inizio di questa vicenda. Ecco perché questo esito non ci sorprende: sapevamo che erano stati fatti tutti i passi procedurali per fermare il progetto».