Senigallia

Corinaldo, cinque anni fa la strage alla Lanterna Azzurra. Il fratello di Benedetta Vitali: «Per noi è l’8 dicembre tutti i giorni»

Nel ricordo del fratello di una delle giovanissime vittime, gli istanti di quella maledetta notte in cui persero la vita 5 adolescenti e una mamma. Erano nel locale in attesa dell'esibizione del trapper Sfera Ebbasta

Francesco e Benedetta Vitali, una delle sei vittime della strage alla discoteca Lanterna Azzurra

ANCONA – «Quella sera ero a Fano, stavo passeggiando con alcuni amici, quando ho sentito dei ragazzi che poco più in là dicevano che alla Lanterna Azzurra, a Corinaldo, era successo un disastro. Il caso ha voluto che li sentissi io: ho subito telefonato a mia sorella che quella sera era nel locale, ma non mi ha risposto, allora mi sono allarmato ed ho chiamato mio padre che stava lavorando al bar e mia madre». Sono ancora vividi, nonostante siano trascorsi cinque anni, i ricordi di quei terribili istanti in cui Francesco Vitali, fratello di Benedetta, una delle sei vittime, ha appreso che nella notte tra il 7 e l’8 dicembre del 2018, alla discoteca Lanterna Azzurra era accaduta una tragedia.

«Mio padre è partito subito per Corinaldo, accompagnato da un suo amico – ricorda – da Fano alla Lanterna Azzurra ci vogliono circa 30-45 minuti. Io sono rientrato a casa, per fare compagnia a mia madre. Intanto continuavamo a chiamare gli amici di mia sorella e altre persone che sapevamo quella sera essere nel locale. Nessuno però che ci dicesse niente di concreto. Poi ha chiamato mio padre e da lui ho saputo che Benedetta non c’era più». Oggi Benedetta avrebbe avuto 20 anni, all’epoca ne aveva 15 e come gli altri era andata nella discoteca per passare una serata di svago con gli amici, per ascoltare musica. Quello che doveva essere un bel momento si è trasformato in una tragedia.

Il sopralluogo di inquirenti e forze dell'ordine alla Lanterna Azzurra di Corinaldo l'8 gennaio 2019. All'ingresso i mazzi di fiori per le giovani vittime
Il sopralluogo di inquirenti e forze dell’ordine alla Lanterna Azzurra di Corinaldo l’8 gennaio 2019. All’ingresso i mazzi di fiori per le giovani vittime

Uno strazio che i famigliari delle vittime vivono ogni giorno e che si rinnova ad ogni anniversario, senza perdere la potenza della sua drammaticità, racconta Francesco Vitali: «Per noi l’8 dicembre è tutti i giorni, lo viviamo nella nostra quotidianità. Una notte che ha cambiato le nostre vite. Da parte mia – dice – ad ogni anniversario c’è il desiderio di ricordare l’accaduto e di rendere omaggio a queste sei vittime, affinché la loro morte possa servire da monito per le generazioni future, in modo che non accada più una tragedia simile. Un ricordo – aggiunge – che deve essere accompagnato da un cambiamento radicale e dalla giustizia per le vittime».

Francesco da giovane si trova a comprendere le esigenze di divertimento della sua generazione e di quella di sua sorella, ma allo stesso tempo ha anche l’ottica di chi la vive ‘dall’altra parte’: «Noi ragazzi dobbiamo essere tutelati anche quando andiamo a divertirci» osserva. «Se potessi tornare indietro a quella notte? Darei un abbraccio fortissimo a mia sorella. Cerco di farmi forza insieme a mio padre» spiega, la mamma di Benedetta prutroppo è morta due anni dopo la tragedia della figlia (nel 2020).

Le vittime della strage alla Lanterna Azzurra di Corinaldo
Le vittime della strage alla Lanterna Azzurra di Corinaldo

Quella terribile notte, a Corinaldo, morirono 5 adolescenti tra i 14 e i 16 anni e una mamma 39enne:  le giovani vittime furono Asia Nasoni, Emma Fabini, Mattia Orlandi, Benedetta Vitali, Daniele Pongetti e la mamma Eleonora Girolimini. Nel locale, dove era attesa l’esibizione del trapper Sfera Ebbasta, venne spruzzato spray urticante, nella fuga dal locale le sei vittime rimasero sotto la calca.

Il primo filone processuale si è chiuso nel 2022 con la condanna in via definitiva della cosiddetta ‘banda dello spray’, sei giovani della Bassa Modenese accusati di far parte della banda che aveva spruzzato peperoncino all’interno del locale per mettere a segno furti di preziosi, approfittando della confusione. Le pene vanno da 10 anni e 9 mesi ad oltre 12 anni e 6 mesi. Un settimo presunto membro era deceduto in un incidente prima di arrivare a processo. A maggio è stato condannato anche quello che è stato ritenuto l’ottavo membro della banda (un bolognese) a 10 anni e 5 mesi di carcere. Prosegue invece in Tribunale, ad Ancona, il filone processuale legato alla sicurezza del locale.

L’auspiscio dell’avvocato Corrado Canafoglia che difende 12 persone rimaste gravemente ferite è «venga acclarata la verità e soprattutto che venga soddisfatta il desiderio di giusticìzia di quanti quella notte hanno perso la vita o riportato gravi lesioni».