ANCONA – La relazione del consulente tecnico dell’accusa, Marcello Mangione, è stata al centro dell’udienza fiume del processo bis per la strage della Lanterna Azzurra di Corinaldo, che si è tenuta ieri in Tribunale ad Ancona. L’ingegnere dei carabinieri, che aveva svolto una perizia tecnica nei giorni successivi alla tragedia, per vagliare la sicurezza nel locale, ha spiegato in Aula che la rampa all’uscita di sicurezza dove persero la vita 5 adolescenti e una mamma 39enne nella notte tra il 7 e l’8 dicembre del 2018, aveva una pendenza del 20%, superiore al 12% previsto dalla normativa.
Tra le irregolarità che avrebbe evidenziato ci sono anche l’altezza insufficiente della porta di uscita e le vecchie balaustre. Inoltre, l’ufficiale tecnico dei carabinieri nella sua analisi dettagliata ha spiegato anche che l’immobile sarebbe ancora accatastato come magazzino agricolo, in quanto la procedura di sanatoria, avviata negli anni ’80 non era stata completata. In Aula c’era anche i genitori delle vittime.
Nel processo sono imputati diversi funzionari pubblici e incaricati di pubblico servizio che componevano la Commissione di Vigilanza che rilasciò i permessi per l’attività di pubblico spettacolo, e un socio della società che gestiva la discoteca. Ieri in Tribunale erano attesi anche Fedez e Sfera Ebbasta, il primo era già stato nel locale tra il 2015 e il 2016, il secondo avrebbe dovuto esibirsi alla Lanterna Azzurra quella sera, ma non sono arrivati in Aula per legittimo impedimento legato al lavoro.