ANCONA – Sanità al centro delle polemiche. Dopo che i sindacati sono tornati a chiedere nuove assunzioni e la stabilizzazione del personale precario anche per far fronte alle liste di attesa, ora è il Pd ad andare all’attacco, con il capogruppo in Consiglio regionale Maurizio Mangialardi affermando «la riorganizzazione non è ancora operativa e già ha fatto esplodere i costi».
Secondo il dem «ammonta esattamente a 1.135.800 euro la maggiorazione del trattamento economico dei direttori generali e degli staff delle nuove Aziende Sanitarie Territoriali, istituite a seguito della riorganizzazione approvata lo scorso anno dalla giunta Acquaroli – si legge nella nota stampa in cui Mangialardi commenta i contenuti della delibera regionale n. 674 del 15 maggio 2023, riguardante la definizione dei trattamenti economici dei direttori generali, sanitari, amministrativi e socio-sanitari delle Aziende e degli Enti del Servizio sanitario regionale – Oltre un milione di euro che, come previsto dalla legge, non sarà coperto con risorse aggiuntive (fatto che sarebbe stato comunque di una estrema gravità) ma con il taglio dei servizi. Quindi meno Unità Operative Complesse nei nostri ospedali, che significa meno medici e meno infermieri, per mettere più soldi in tasca a coloro che beneficeranno della nomina dirigenziale da parte della giunta regionale. E pensare che, invece, per il personale precario fino a oggi non si è fatto nulla».
Secondo il capogruppo del Partito Democratico «questo atto certifica quanto denunciavamo lo scorso agosto dopo l’approvazione della legge regionale n. 19. Più volte abbiamo messo in guardia la giunta sui rischi di questa operazione, sostenendo che sarebbe stato necessario approvare prima il nuovo Piano socio sanitario per valutare l’impatto economico-finanziario della riorganizzazione e renderla quindi credibile, possibile, efficiente e efficace. Hanno tirato dritto ridendoci in faccia. Ora, però, i nodi vengono al pettine facendo esplodere i costi. Siamo di fronte a un vero e proprio autogol da parte del centrodestra marchigiano, forse uno dei più clamorosi tra i tanti commessi in questi due anni e mezzo». «A essere penalizzati» osserva, saranno «i cittadini, che inevitabilmente subiranno un drastico taglio delle prestazioni sanitarie».
«Tutto ciò – conclude – senza considerare che la riorganizzazione, nonostante sia in vigore dal 1° gennaio, stenta ancora a divenire pienamente operativa. Uno stallo che sta producendo disservizi, allungamento dei tempi delle liste di attesa, ritardi sull’assunzione del personale».