Senigallia

Tragedia di Corinaldo, la banda dello spray ricorre in Cassazione

Intanto si è aperto il processo anche dell'altro filone quello relativo alle responsabili legate al locale e ai permessi

ANCONA – La banda dello spray ricorrerà in Cassazione. L’udienza verrà discussa il 12 dicembre. In primo grado i sei componenti del gruppo della Bassa Modenese erano stati riconosciuti responsabili, in concorso, di omicidio preterintenzionale, lesioni personali, furto e rapina in relazione alla strage della Lanterna Azzurra di Corinaldo dove morirono 5 adolescenti e una mamma di 39 anni schiacciati nella calca nella fuga dal locale dove era stato spruzzato spray al peperoncino.

Nel marzo scorso la Corte d’Assise d’Appello aveva riconosciuto per il gruppo anche il reato di associazione a delinquere, portando le condanne tra i 10 anni e 9 mesi e i 12 anni e 6 mesi. La banda spruzzava lo spray urticante approfittando della confusione scatenata dalla sostanza per rubare preziosi.

Uno degli imputati della banda dello spray di Corinaldo in Tribunale ad Ancona

Le difese degli imputati hanno deciso di ricorrere in Cassazione con l’obiettivo di far cadere l’omicidio preterintenzionale, ritenendo che la morte delle sei persone decedute nella notte tra il 7 e l’8 dicembre sia avvenuta in conseguenza ad un altro reato.

Nell’ambito dell’altro filone processuale che si è aperto in Tribunale ad Ancona, si indaga sul fronte di altre responsabilità connesse al locale e ai permessi. Per l’accusa il locale non sarebbe stato a norma. Sono sotto accusa la commissione di vigilanza, presieduta dall’ex sindaco di Corinaldo Matteo Principi, la società che gestiva il locale e uno dei soci, due tecnici, uno della gestione del locale e un altro dei proprietari de locale.

La giudice Francesca Pizii ha rigettato le istanze di nullità delle perizie tecniche irripetibili commissionate a due tecnici dalla Procura nel dicembre del 2018 all’interno della discoteca e ha ammesso circa 250 difese. Ventitré le udienze fissate con l’obiettivo d arrivare a sentenza a metà luglio 2023. Il 18 novembre la prima udienza. Gli avvocati di parte civile delle famiglie delle vittime hanno chiesto il sequestro conservativo dei beni degli imputati.