SENIGALLIA – Migliora lievemente, ma rimane ancora critica, la situazione della fondazione Città di Senigallia, alle prese con un risanamento che sembra non vedere mai la fine. La realtà socio-assistenziale versa in uno stato di difficoltà economica che è solo peggiorato a causa della vertenza con Autostrade per l’Italia ma i problemi sono iniziati diversi anni fa. Oggi c’è un commissario straordinario a gestirla e a tentare di risanarla, un commissario nominato dalla Regione Marche che ancora non si è espressa sul prosieguo del cammino. Intanto quel commissario, l’avvocato Corrado Canafoglia, ha presentato alla stampa e al consiglio comunale i risultati del bilancio d’esercizio 2023 approvato lo scorso 14 ottobre 2024.
Bilancio da cui emerge una perdita di 36,6 milioni di euro, riconducibile a due importanti questioni: la prima è la vertenza Autostrade per dei terreni sopravvalutati che ha portato ora a dover saldare un debito di 14,8 milioni di euro che l’ente senigalliese non possiede; la seconda è relativa a una rivalutazione del patrimonio immobiliare della fondazione che è calato di oltre 21 milioni di euro. Di fronte a perdite così pesanti, sembra risibile l’utile di gestione conseguito nel 2023 di circa 33 mila euro (tolti ovviamente il debito con Autostrade, la svalutazione immobiliare e gli ammortamenti). In realtà, lo spiega il commissario Canafoglia è ciò che ha permesso, assieme alle altre mosse, di non portare i libri in tribunale. Cosa che comporterebbe la vendita di tutto ciò che è rimasto nel patrimonio dell’ente, compresa la residenza per anziani che si affaccia su via Cellini, lo stop a tutti i servizi compresi quelli di solidarietà a favore di alcuni soggetti deboli per poter rimborsare i creditori. Una sciagura a livello sociale, economico, occupazionale.
Per evitare questo scenario, l’opera del commissario Canafoglia ha dovuto intavolare una serrata trattativa con Autostrade per l’Italia che chiedeva la restituzione di quanto rimasto nelle casse dell’ente all’indomani della sentenza di cassazione, circa 8 milioni di euro, e la vendita di tutti i beni per poter far fronte al debito. Dalla trattativa è emerso che la fondazione, pagata una prima quota di circa 6/7 milioni di euro ad Aspi, potrà proseguire l’attività con un piano di rientro che prevede la dismissione di tutti i beni non strategici, la riduzione delle spese e la rinuncia ad alcune partecipazioni come l’investimento nel progetto Orti del vescovo che dovrà essere completamente rivisto anche per la questione dei garage interrati a pochi metri dal fiume Misa.
Tra gli immobili non strategici rientrano anche il Musinf, acquistato dal Comune di Senigallia per circa 1,5 milioni di euro ma valutato oggi quasi un quarto; l’area dove è stato costruito il nuovo monoblocco dell’ospedale di Senigallia per circa 400 mila euro e il palazzo del laboratorio analisi; le proprietà inserite nel comparto “Orti del Vescovo” e altri appartamenti e locali sparsi a Senigallia e comuni limitrofi. Ma se dalla loro vendita non dovesse risolversi il debito con Autostrade? Senza contare la pesante svalutazione del valore degli immobili dell’ente che segna ora un meno 21 milioni difficile da digerire e la necessaria manutenzione/adeguamento sismico di alcuni palazzi invece strategici per l’ente.
Il “piano” Canafoglia ha portato finora a ridurre la passività dei bilanci da 2 milioni del 2018 fino a produrre un modesto ma pur sempre utile di 33 mila euro nel 2023; la riduzione dei costi e delle spese sostenute dall’ente (da 3,3 milioni del 2020 a 2,3 milioni del 2023 e l’aumento dei ricavi da 2,1 a 2,4 milioni di euro tra 2020 e 2023. E ora si prevede di proseguire nell’opera di risanamento che potrebbe contemplare anche la trasformazione della palazzina sud (quella con 17 posti letto inizialmente pensata per le cure intermedie e poi per una rsa) in una casa della comunità. Nel futuro però c’è la seconda tranche di soldi da restituire ad Autostrade (7 milioni €); c’è da «adeguare sismicamente le palazzine per 2,5 milioni; sostenere oltre 1,2 milioni per concentrare tutti e 59 gli ospiti nella palazzina nord per renderla autonoma economicamente e non dipendente dagli incassi dei terreni e degli immobili». Un lavoro, spiega ancora Canafoglia, che potrebbe durare anni, «almeno 7-10 anni» ma che eviterebbe il fallimento totale.
«Una situazione molto complessa» ha dichiarato il sindaco di Senigallia Massimo Olivetti, augurandosi che dal «confronto con la Regione Marche possa emergere la volontà di proseguire in quest’opera per poi far tornare quanto meno alla nomina di un cda. E’ decisamente difficile ma credo che la professionalità dell’attuale commissario possa dipanare questa matassa».