SENIGALLIA – Non si è mai fermato il “lavoro” al canile rifugio e oasi felina di Senigallia dove, solo dall’inizio dell’anno, sono stati adottati circa 70 cani e un centinaio di gatti. Dopo il boom di adozioni registrato durante la pandemia, c’è stato un lieve calo ma ora la ripartenza degli affidi è netta. Ed è una bella notizia sia per gli animali che arrivano al rifugio per cani e oasi felina, sia per le volontarie che ogni giorno, festività comprese, arrivano nella struttura di via Arceviese per accudire i quattro zampe.
Attualmente sono una quindicina i cani e oltre venti i gatti all’interno della struttura comunale, ma già tre sono in partenza per le rispettive nuove famiglie; una arriva persino dalla Toscana, dopo aver visto le foto di Romeo su facebook. «Gatti e cuccioli vanno per la maggiore – spiegano Raffaella e Anna, due delle circa 10 volontarie dell’associazione Cuori Pelosi Odv che si occupano degli animali abbandonati o fuggiti, comunque accalappiati, nel territorio senigalliese e dei paesi limitrofi. Per fortuna però ci sono tante persone sensibili che prendono in adozione anche cani adulti, o con disabilità, ciechi o altre problematiche».
Cani e gatti di cui pochi si vorrebbero prendere cura, anche per una questione economica, e che ogni tanto trovano una cuccia pronta per ospitarli e dei padroni amorevoli. «E quando succede l’emozione è tanta – raccontano le volontarie del canile rifugio e oasi felina di Senigallia. Qui abbiamo riscontrato tanta sensibilità e attenzione non solo alle razze ma a tutti gli animali in genere. C’è una bella collaborazione con le altre associazioni animaliste per favorire le adozioni, soprattutto con i canili del sud Italia, dove ci sono strutture con persino 600 cani presenti all’interno».
Qual è l’iter per l’adozione? «All’inizio i primi contatti servono per prendere visione dell’animale e spesso tutto avviene su internet; poi facciamo compilare un questionario per l’affido con cui raccogliamo delle informazioni che ci serviranno per la valutazione». Sempre per questo scopo c’è il preaffido, una specie di periodo di prova in cui si esamina l’ambiente di inserimento e le possibili accortezze da prendere a tutela, soprattutto ma non solo, dell’animale. «Serve a che l’ingresso in una nuova realtà e famiglia sia il più sereno possibile. Solo in seguito di una valutazione positiva si passa all’affido vero e proprio ma cerchiamo di mantenere continui contatti sia per monitorare la situazione sia perché siamo contente di sapere come va con gli animali di cui ci siamo prese cura».
Un impegno importante e costante quello delle dieci volontarie del canile rifugio e oasi felina di Senigallia, che si occupano anche di alcune colonie feline in giro per il territorio comunale: «Siamo qui sette giorni su sette e ci siamo suddivise in turni, ma in questo periodo siamo presenti anche il pomeriggio per le terapie, cibo e acqua fresca. Ci muove tanto amore per gli animali, anche perché alcune di noi devono fare diversi chilometri per venire fin qui da Ostra, Ostra Vetere. Per questo siamo grate a chiunque voglia darci una mano o anche solo regalarci una confezione di cibo o di medicinali».
I problemi sembrano non finire mai in una struttura dove arrivano gatti e cani presi in un territorio molto vasto. «Il nostro è un gruppo affiatato e molti vengono qui, anche dopo tanto tempo dall’adozione, a portare cibo o coperte, la sabbia per le lettiere o anche i detergenti per disinfettare quando qualche animale si ammala. Adesso abbiamo due volontari che stanno sistemando alcune strutture, ma sarebbe opportuno rifare i box».
Tra coloro che danno una mano ci sono anche delle adolescenti: «Amo molto gli animali – confida Rebecca, 15 anni appena – e appena posso vengo qui. Sono arrivata solo un mese fa, appena finita la scuola, e ho invitato anche molti miei amici a fare quest’esperienza».
Ma come si regge un canile tra le ingenti spese di cibo, le continue cure veterinarie perché non scoppino focolai di malattie, materiali da acquistare e strutture da sistemare? Qui c’è la nota stonata: tutto infatti si regge sul volontariato e, purtroppo o per fortuna, non è una novità per il belpaese. «La struttura è comunale: l’ente ha affidato a noi il compito della gestione e cura degli animali, per cui è tutto a spese nostre mentre il Comune rimborsa annualmente circa 6 mila euro». Il resto arriva da donazioni di privati, dal 5 per 1000, da raccolte fondi e dalla vendita di bomboniere. Anche il terreno confinante, usato come sgambatoio, è stato concesso gratuitamente dal proprietario.
La spesa forse più ingente in questo momento riguarda le sterilizzazioni, di cui dovrebbe occuparsi l’Asur: «Anche quelle sono a spese nostre: c’è l’emergenza in corso a Trecastelli e lo capiamo, ma non si possono lasciare le altre strutture ai soli volontari». Da anni queste volontarie dimostrano un grande amore verso gli animali ma anche la serietà per portare avanti un impegno nonostante le difficoltà che in questo periodo non sono certo mancate. A loro la speranza non manca mai, sia di vedere sempre più cani e gatti adottati, sia di ricevere l’aiuto delle persone: «Ci ripaga di tutto. Non siamo qui per fare soldi, anzi, ce li mettiamo di tasca nostra, ma la solidarietà della gente e l’apprezzamento per ciò che facciamo ci fa andare avanti». Sempre col sorriso.