ARCEVIA – Sarà lo storico dell’arte Antonio Paolucci, già direttore dei Musei Vaticani e ex ministro ai beni e alle attività culturali, a dare il via, sabato 14 ottobre ore 17 al Teatro Misa di Arcevia, alle celebrazioni per il bicentenario della morte di Andrea Vici, valente architetto ed ingegnere idraulico, nato nel castello di Palazzo di Arcevia nel 1743 e morto a Roma il 10 settembre 1817. Il Comune di Arcevia e l’Accademia Misena di Roccacontrada, d’intesa con la Regione Marche e con l’Accademia Nazionale di San Luca, hanno deciso di ricordare l’anniversario per meglio riscoprire e riportare questo illustre marchigiano, vissuto nella lunga transizione tra il barocco e l’epoca neoclassica, nella grande storia dell’architettura e dell’ingegneria idraulica.
Il professor Antonio Paolucci ne illustrerà l’opera e la vita, dopo aver aver già con brillante efficacia raccontato di Andrea Vici alla presentazione dell’Atlante delle sue opere curato dall’architetto Maria Luisa Polichetti nell’ottobre 2009 a Roma a Palazzo Carpegna, sede dell’Accademia di San Luca. Alla presentazione prenderanno parte sindaci ed assessori alla cultura dei numerosi comuni delle Marche, dell’Umbria e del Lazio dove l’Architetto operò; l’assessore regionale alla cultura e turismo della Regione, Moreno Pieroni, introdurrà l’incontro annunciando gli eventi celebrativi previsti per il prossimo anno, tra cui una mostra dei suoi disegni, documenti, rilievi, fotografie, itinerante tra Marche, Terni, Città della Pieve, Roma all’Accademia Nazionale di San Luca. A seguire gli indirizzi di saluto del sindaco di Arcevia Andrea Bomprezzi e di Alfiero Verdini presidente dell’Accademia Misena. Dopo la conferenza di Paolucci, avrà luogo la visita alla Chiesa di Sant’Agata del Vici ed alla Collegiata di San Medardo vista in particolare dalla torre campanaria di San Francesco, dove riprogettò la cupola distrutta dal terremoto della fine Settecento.
Andrea Vici ha lasciato rilevanti testimonianze in architettura, ingegneria idraulica e bonifiche di terreni paludosi a Caserta, Napoli, Terni, Roma e in numerosi centri storici delle Marche. Nato nel 1743 nel borgo murato di Palazzo di Arcevia, allora Roccacontrada, studiò pittura e matematica a Perugia, ancora ragazzo architettura ed ingegneria idraulica nello studio del Murena-Vanvitelli e all’Accademia Pontificia di San Luca dove poi fu Presidente e Principe Palatino. Fu inoltre primo architetto della Sacra Congregazione Lauretana, primo architetto della Fabbrica di San Pietro, primo ingegnere idraulico della Congregazione delle Acque dello Stato Pontificio.
Le Marche sono una caleidoscopio di territori dove il Vici ha lasciato tracce significative della sue opera: sue la Chiesa del Sacramento ad Offagna, la Cattedrale e la Villa Votalarca di Treia, il Collegio Campana e la Villa Bonaccorsi ad Osimo, le Cappelle della Basilica di Loreto, il Monastero di Santa Caterina a Cingoli, il Portale e la Cappella del Castello di Rocca Priora a Falconara, lo Scalone del Palazzo Lolli-Benigni a Fabriano, la Cattedrale di Fossombrone e di Camerino, l’Ospedale di Pergola, il Municipio di Poggio San Marcello. Suoi, anche, il Municipio di Bevagna, il Palazzo Porta a Gubbio, la Chiesa di San Francesco a Foligno, il Palazzo Connestabile della Staffa a Perugia, il Palazzo e la Cappella Gozzoli a Terni, il Casino Venuti a Cortona, i rilievi di Villa Lante a Bagnaia, la Chiesa di Sant’Ariano a Velletri, chiese e monasteri a Città della Pieve. Si applicò con fervore all’idrostatica e portano la sua firma la Cascata delle Marmore a Terni, le bonifiche della Val di Chiana, della Romagna, delle paludi Pontine, il porto di Fano, le relazioni sugli acquedotti di Loreto, di Perugia e di Roma e sul corso del Tevere.