SENIGALLIA – Fanno tappa a palazzo del Duca le opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma del 2016. Tesori che saranno in mostra dal 16 ottobre al 31 gennaio per l’ultimo di tre momenti espositivi dopo Ascoli Piceno e Roma. Ma a Senigallia l’esposizione “Rinascimento Marchigiano” si arricchisce di nuovi pezzi per un totale di 40 opere d’arte tra cui, per la prima volta dopo il sisma, l’intero ciclo di Jacobello del Fiore con le “Scene della vita di Santa Lucia” proveniente dal Palazzo dei Priori di Fermo, presentato parzialmente nelle precedenti tappe. Un racconto del patrimonio artistico e storico disseminato nelle Marche, danneggiato dal terremoto ma ora portato a nuova vita e reso di nuovo fruibile.
La mostra “Rinascimento Marchigiano” è curata da Stefano Papetti e Pierluigi Moriconi e verrà inaugurata questo pomeriggio alle ore 17 prima con una conferenza all’auditorium San Rocco e poi con il taglio del nastro a palazzo del Duca. «Per Senigallia – afferma il sindaco Massimo Olivetti – è una grande opportunità e un grande onore avere qui opere di quei territori marchigiani così duramente colpiti dal terremoto. Questa mostra non solo dimostra la grande ricchezza culturale delle nostre terre, ma anche la capacità di sapersi connettere tra loro. Ovviamente il nostro augurio – conclude assieme all’assessore alla cultura Riccardo Pizzi – è che queste opere possano quanto prima essere restituite ai luoghi di origine».
Le opere d’arte arrivano a Senigallia dopo essere state ad Ascoli Piceno e a Roma nella storica sede del Pio Sodalizio dei Piceni, nel Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro. Il loro recupero dai luoghi colpiti dal grave sisma del 2016 è stato reso possibile grazie al contributo di Anci Marche e Pio Sodalizio dei Piceni, all’apporto scientifico della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche e al contributo della Regione Marche. Oggetti e manufatti verso i quali le popolazioni colpite dal terremoto del centro Italia hanno dimostrato un grande attaccamento, come spiega il curatore Pierluigi Moriconi.
Oltre alle otto tavole realizzate tra il 1420 e il 1425, raffiguranti le storie di Santa Lucia dove la rappresentazione segue puntualmente il testo della Leggenda Aurea, importante fonte agiografica di Jacopo da Varazze, a Senigallia la mostra “Rinascimento Marchigiano” porta anche un altro esemplare di grande valore culturale: si tratta della campana databile al XIII secolo e molto probabilmente realizzata per la canonizzazione di San Francesco avvenuta nel 1228: si tratta della più antica campana francescana arrivata ai nostri giorni. Originariamente si trovava nella chiesa di San Francesco a Borgo, una frazione di Arquata del Tronto, e ora è conservata nei depositi del Forte Malatesta di Ascoli Piceno. E ancora: una stauroteca contenente un frammento della vera croce e una coppia di reliquiari, realizzati nel XVIII secolo dall’orafo argentiere Pietro Bracci, romano di origine, ma molto attivo nelle Marche; e altre opere in mostra che «vanno dal ‘400 al ‘700, alcune dall’alto valore devozionale mentre altre invece dal grande valore storico-artistico», come spiega il curatore Stefano Papetti.
Gli interventi di restauro sono stati eseguiti da tecnici tutti marchigiani, in collaborazione con l’Università di Camerino e l’Università di Urbino e la direzione scientifica della Soprintendenza che, con innovative analisi diagnostiche, hanno valutato lo stato di conservazione di ciascuna opera. Questi interventi non soltanto hanno consentito di porre rimedio ai danni subiti dalle opere, ma hanno permesso di effettuare nuove attribuzioni e di acquisire nuove conoscenze relative alla tecnica pittorica e ai materiali usati dagli artisti, accrescendo le conoscenze che si avevano su questo patrimonio e aprendo la strada a nuovi studi.
Orari di apertura al pubblico:
Dal mercoledì al venerdì, dalle 15 alle 20
Sabato, domenica, festivi e prefestivi dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 20
Biglietti: ingresso intero 8 euro con scontistiche.
Info: circuitomuseale@comune.senigallia.an.it