ARCEVIA – Un’altra vita interrotta, sempre dallo stesso ponte. Il viadotto Marconi è divenuto ormai un luogo simbolo per quanti decidono di farla finita. Ma esiste un progetto per cercare di limitare fatti simili. L’ultimo episodio è di stamattina, 29 maggio, quando un senigalliese ha scelto di togliersi la vita lì gettandosi a 40 km da casa. Ma non è l’unico tragico evento.
Un mese fa, infatti, c’era stato il tentativo di suicidio da parte di una donna di Ostra Vetere, poi salvata da due passanti che avevano visto l’auto e capito che qualcosa di drammatico stava per accadere. A ottobre 2018 un altro suicidio: un uomo di 63 anni residente a Chiaravalle aveva scelto di gettarsi nel vuoto. Due mesi prima era stato un 18enne di Arcevia a salire sul parapetto per lasciarsi andare.
Per evitare questa serie praticamente infinita di tragedie, la giunta Bomprezzi (che ha appena terminato il secondo mandato) aveva approvato un progetto per l’installazione di barriere. Una soluzione per limitare le possibilità di chi vuole gettarsi nel vuoto, senza inficiare la stabilità del ponte in caso di forti raffiche di vento.
Le barriere dovranno essere installate per tutti i 130 metri di lunghezza del ponte, su entrambi i lati: è prevista una spesa di circa 280mila euro. Soldi che il Comune di Arcevia però non ha ancora a disposizione e per cui era stata avviata una raccolta fondi che scadrà il 30 giugno prossimo. Possono contribuire tutti con un bonifico con causale: “Fondi messa in sicurezza del viadotto”. Coordinate bancarie IT79J0870537230000030197603 Codice Swift ICRAITRRJLO.
A tal proposito il neo sindaco di Arcevia eletto lunedì scorso, Dario Perticaroli, ha dichiarato che porterà avanti il progetto approvato dalla precedente giunta di cui raccoglie il testimone. «Non ci sono parole per un altro episodio che getta la città nello sconforto più totale – ha detto -. Farò un appello alle imprese del territorio perché contribuiscano il più possibile al progetto per fermare queste tragedie».