ARCEVIA – Sono 16 le persone indagate dalla Procura della Repubblica di Ancona per bracconaggio in area protetta. Sette di queste sono nei guai anche per detenzione di armi e munizioni non denunciate mentre un cacciatore è stato denunciato per detenzione illegale di specie protette. È questo l’esito delle indagini che, dopo due mesi di controlli, i Carabinieri forestali sono riusciti a portare a termine ieri, 6 febbraio, con le perquisizioni a carico dei 16 indagati.
Si tratta di cacciatori che vivono a Senigallia, Arcevia, Ostra Vetere, Barbara, Castelleone di Suasa e Trecastelli (comuni della valle del Misa), colti settimane fa mentre erano con le armi nel territorio tra Arcevia e Genga, intenti a cacciare all’interno del Parco della Gola della Rossa e di Frasassi.
Ben 50 i Carabinieri forestali dei Gruppi di Ancona, Macerata, Pesaro e dal Reparto Carabinieri Parco Nazionale dei Monti Sibillini, che hanno effettuato le 16 perquisizioni su ordine della Procura dorica nell’ambito dell’inchiesta per bracconaggio in area protetta. A sette di loro vengono anche contestati i reati di detenzione di armi e munizioni non denunciate alla competente autorità di pubblica sicurezza, mentre uno di questi è stato anche denunciato per detenzione illegale di specie protette e particolarmente protette appartenenti alla fauna selvatica autoctona.
Con le perquisizioni a carico dei 16, tutti tra i 50 e i 75 anni, sono state sequestrate 3.138 munizioni, 7 fucili, 1 pistola calibro 357 magnum, 14 collari GPS per cani, 12 uccelli impagliati appartenenti a specie particolarmente protette, 7 smartphone, 2 gabbie trappola a castello per catturare uccelli.
Tutti gli indagati per il reato di bracconaggio rischiano pene fino a sei mesi di arresto; i sette indagati anche per la detenzione di armi e munizioni rischiano invece fino a 5 anni di reclusione.