ARCEVIA – Una eccellenza confermata dai numeri e dai risultati ottenuti, ma anche una struttura d’avanguardia in un luogo di suggestione d’altri tempi, quasi bucolica: il Centro di riabilitazione e post cura San Nicola compie cinque anni di attività, dimostrando che la dipendenza si può quanto meno affrontare, combattere ed anche sconfiggere.
Oggi è in programma un raduno con tutti i pazienti, i familiari degli stessi e gli operatori per ricordare i passi compiuti sino ad ora e per verificare le prospettive di crescita di questo rehab immerso nell’Appennino marchigiano.
«Stiamo conseguendo dei risultati importanti – ha commentato Vincenzo Aliotta, fondatore del Centro – che hanno portato ad affermare l’originalità del nostro metodo basato sulla residenzialità breve e sull’integrazione di più metodologie maggiormente accreditate a livello internazionale: quella francese, caratterizzata da una visione bio-psico-sociale del paziente e quella definita Minnesota, basata sullo studio dei 12 passi, che accompagna le persone dal primo passo che è l’ammissione della propria dipendenza, fino al dodicesimo, quello della piena maturazione, in cui si porta la testimonianza agli altri».
Sono stati circa sessanta mesi di lavoro di assistenza agli ospiti durante i quali chi si è trovato a dover completare il percorso della post cura per provare ad uscire definitivamente dal duro ‘testa a testa’ con le più diverse forme di dipendenza (gaming, sesso, alcol, stupefacenti ed altro), ha trovato in questo Centro un’accoglienza ed un veicolo di straordinaria serietà e grande efficacia.
A Piticchio di Arcevia, dunque, un polo d’avanguardia italiano ed europeo, depositario delle più moderne metodologie di terapia riabilitativa applicata ad idee innovative, con cifre che stanno a dimostrare il livello di crescita compiuta e la capacità di assestarsi come punto di riferimento internazionale nella garanzia di un percorso di cura completo dalle dipendenze, assicurando il pieno recupero non solo dell’equilibrio fisico ed emotivo del paziente, ma anche sociale. Il tutto grazie ad una significativa equipe multidisciplinare e, all’integrazione – ed è qui l’approccio innovativo – dei due metodi più accreditati, uno in Europa, definito francese, caratterizzato da una visione bio-psico-sociale oltreoceano, e l’altro basato sullo studio dei 12 passi, chiamato modello Minnesota.
Le cifre relative all’attività del Centro San Nicola sono in questo senso molto indicative e danno l’idea dell’attività svolta a partire dal 2013. Sino ad ora sono stati accolti 461 pazienti il 73,9% maschi e il 26,5% femmine, ma è soprattutto la tendenza in aumento di casi assistiti che ne definisce meglio i contorni: nel 2013 infatti, il primo anno di lavoro, le persone ospitate sono state 45. Nei seguenti tre anni le accoglienze sono sempre aumentate fino ad arrivare nel 2017 a quota 120, con una diminuzione delle percentuali maschili di quasi 10 punti e di una parallela crescita di quelle femminili sulle stesse percentuali.
Il Centro ha annotato tra i propri ospiti anche molte persone provenienti da altri Paesi soprattutto dall’Olanda, Inghilterra ed Albania (118). Notevole la presenza di pazienti marchigiani (193), che hanno usufruito del sostegno economico della regione Marche, seguendo un programma riabilitativo estensivo, denominato “Chirone” e che hanno rappresentato gli ospiti dalla età media più alta, intorno ai 45 anni. Sempre loro quelli che hanno alloggiato mediamente nei 60 giorni indicati per lo svolgimento dei programmi riabilitativi, mentre i più decisi nel raggiungere gli obiettivi dei progetti sono stati gli inglesi. Gli altri ospiti italiani hanno avuto accesso ai programmi riabilitativi in modo privato (142). I primi cinque anni sono trascorsi ma le prospettive aperte a Piticchio di Arcevia possono guardare a molto più lontano in termini di tempo e speranze.