ARCEVIA – Bollata come “blasfema”, la sua opera ha innescato un acceso confronto superando i confini di Arcevia dove è stata esposta. Stiamo parlando della Madonna di Artcevia, Festival dedicato all’arte contemporanea, realizzata dall’artista Alt originario della Vallesina (leggi l’articolo).
Alt, cosa è successo all’Artcevia?
«Tutto quello che è accaduto in Arcevia è in realtà parte integrante dell’opera – spiega l’artista – Era ovvio che ci sarebbero stati scontri di opinione, come era probabile che si sarebbe ricorsi alla censura (leggi l’articolo). Questo nonostante il sindaco di Arcevia sia una persona preparata. Ma quanto accaduto ha solo rafforzato il messaggio della mia madonna, la quale era già stata “maltrattata” ben prima della censura, perché posizionata seminascosta e con dei cartelli che mettevano in guardia l’eventuale spettatore. Eppure fuori dalle chiese o dai monasteri la nostra è, o meglio, dovrebbe essere una società laica. Quindi un fedele non dovrebbe obiettare se al di fuori dei luoghi di culto, esistano altre forme di pensiero, che si possono manifestare anche in modalità antitetiche alle loro. Ne approfitto per chiedere ufficialmente al Sindaco e all’assessore alla cultura di riaprire l’accesso alla mia opera, perchè, seppure il fedele operi in base a sentimenti irrazionali, un amministratore non dovrebbe assecondarlo. Anche perchè assecondandolo distrugge il diritto di libertà di espressione, e la storia insegna che quando si comincia ad erodere quel diritto, si preparano tempi bui all’orizzonte».
Per molti è stato evidente, per altri no. Qual è il messaggio della tua opera?
«La mia madonna invita a ragionare: il rispetto delle credenze è l’errore più grande dei nostri tempi. Non ci vuole rispetto, ma compassione, che deve andare di pari passo con la dissacrazione. E la madonna quello è: una macchina per soldi, per questo è colorata d’oro e non tiene un bambino tra le braccia ma un bottino. A coprire l’immagine sono alcuni fogli originali, promesse di salvezza eterna sotto pagamento. Allo stesso tempo la madonna è lo specchio della donna voluta dalla società patriarcale, di cui la chiesa è una delle massime espressioni. La verginità come valore nasce dalla mente del maschio che vede la donna come oggetto di sua proprietà, e la madonna incarna questo concetto nel modo più assoluto».
Che tecniche usi nel tuo lavoro?
«Di solito utilizzo altri mezzi espressivi a me più congeniali, ma in questo caso ho sentito il bisogno di lavorare manualmente, di riscoprire la doratura, il collage, e altre tecniche che compongono la madonna d’Artcevia».
Per l’opera sei stato contattato da alcuni comuni interessati ad esporla (leggi l’articolo).
«Al momento ho avuto dei contatti per un eventuale esposizione a Pescara e Napoli, ma è ancora tutto in fase di definizione. Ho molti altri progetti al momento, che però rientrano in quello che è il mio reale campo di competenza, quindi per un po’ di tempo basta con le tabula picta».