Senigallia

Attacchi, insulti e hackeraggio: il virologo di Senigallia Guido Silvestri bersaglio sui social

Il medico e docente che lavora negli States si sfoga contro gli haters che hanno preso di mira anche la sua madre deceduta: «Bravissimi a perculare persone morte nascondendosi dietro account anonimi. Ora basta con queste porcherie»

Guido Silvestri
Guido Silvestri

ATLANTA (STATI UNITI) – Attacchi social, insulti, tentativi di hackeraggio dei profili web. Sono alcuni degli atteggiamenti di cui è vittima il noto medico senigalliese Guido Silvestri. Il docente alla Emory University di Atlanta (Georgia, Usa), da alcune settimane sta denunciando ciò che in rete parla di lui in toni dispregiativi o diffamatori o che prende di mira i suoi familiari, persino la madre deceduta.

Il noto virologo, che da prima dell’inizio della pandemia si sta battendo anche sui social per una sana informazione scientifica sui temi medico scientifici molto complessi, è divenuto bersaglio degli haters, di persone che lo attaccano in modo più o meno diretto, violento o diffamatorio. Gli ultimi episodi risalgono a pochi giorni fa. A denunciarlo è stato lui stesso informando la “sua” community a cui partecipano lettori di qualsiasi età, paese ed estrazione sociale: cittadini che non si occupano di scienza, ma anche docenti e medici.

«C’è stato un tentativo di hackeraggio del mio account Twitter, che per questo ho dovuto disattivare. Dalle informazioni che abbiamo i responsabili sono i gestori di un “parody account” anonimo dal quale sono partiti, nell’ordine, insulti razzisti (alla banner di Black Lives Matter), commenti antisemiti (per il premio della Biblioteca della Shoah) e perculate nei confronti di mia madre, deceduta nel 2018. Stiamo cercando di scoprire chi siano, ma nel frattempo abbiamo fatto la lista di chi segue e mette i like a questa roba, e nei prossimi giorni decideremo come procedere. Chiariamo subito che questi NON sono i soliti no-vax, ma il gruppo noto come “teammorte”. Sono quei soggetti che, come ha spiegato bene Roberto Burioni, da marzo 2020 sfruttano la pandemia per acquisire visibilità mediatica spargendo terrore. Pare che alcuni abbiano mire politiche ed altri volessero diventare il nuovo Piero Angela. Tra loro diversi ex-ricercatori falliti convinti di poter insegnare ad altri quello che loro stessi non sono mai stati in grado di fare. In una cosa però bisogna ammettere che sono bravissimi: perculare persone morte nascondendosi dietro account anonimi».

Secondo lo scienziato e docente senigalliese, l’odio verso lui e altri colleghi che come lui si stanno battendo per una sana informazione scientifica sarebbe originato proprio dalla loro missione: «Siamo un’alternativa scientificamente forte e comunicativamente efficace alla loro narrazione terrorista. Gridano alla “pericolosità dell’ottimismo” e ci accusano di negazionismo (che è come far passare Ratzinger per un musulmano). Ma a loro di ridurre le sofferenze umane importa poco o punto, ed il loro lamentare i morti non è empatia, ma opportunismo. Se salgono i decessi questi esultano, anche sguaiatamente (uno ha scritto che non aveva mai riso tanto in vita sua), perché così continua il terrore. E adesso ci odiano ancora più che mai, perché ci vedono come portabandiera di un ritorno alla normalità di cui sono terrorizzati. Perché con l’avvicinarsi della fine dello stato di emergenza sono come cani a cui è stato tolto l’osso dalla bocca. Per questo, e per niente altro, ci attaccano in modo così scomposto e grottesco».

Le critiche però non arrivano solo da persone che operano in maniera subdola e anonima, celandosi tra le pieghe del web, ma anche da esponenti del mondo scientifico e mediatico che da tempo sottopongono a serrate analisi ogni sua parola. Da ormai due anni il virologo si espone sui giornali, tv e social media diffondendo le proprie opinioni ma soprattutto le ultime scoperte ufficiali circa il covid-19 «per informare in modo rigorosamente scientifico sulla pandemia ed incoraggiare a vivere questa difficile situazione con speranza ed ottimismo». Proprio a questo scopo ha aperta una pagina facebook “Pillole di ottimismo” che conta migliaia di followers, quasi 200 mila. Per questa sua operazione che richiede tempo per gli approfondimenti, tempo per rispondere alle richieste, anche di colleghi medici, tempo da sottrarre alla propria sfera personale, è stato attaccato da chi crede che risentimento nei suoi confronti dovrebbero provarlo i familiari di 100.000 morti di COVID a causa delle sue parole sulla fine della pandemia “predetta” con troppo anticipo. «Sarei una specie di criminale contro l’umanità – riassume SIlvestri il quale  non esita a definire quello di una giornalista scientifica «un attacco così ingiusto, gratuito e cattivo». E conclude: «Sono stanco di questi attacchi continui e capziosi, di questa cattiveria, di questa miseria umana e morale, che arriva ormai quasi sempre dallo stesso gruppo di persone. Ora basta, ma veramente basta con queste porcherie. L’emergenza pandemia sta finendo, e tutti (o quasi) ci stiamo apprestando a tornare alla normalità, grazie ai vaccini, agli antivirali, alla minore gravità di Omicron ed al calo generalizzato dei nuovi casi».