SENIGALLIA – Sono 22 gli indagati per l’alluvione del 15 settembre 2022, mentre sono meno di 40 le persone che al momento hanno annunciato di volersi costituire parte civile. Nonostante nella sola vallata del Misa e Nevola vi siano state 13 vittime e migliaia di cittadini coinvolti, per ora si registra un’importante discrepanza tra chi ha subito i danni e chi ha intenzione di procedere per il risarcimento.
A lanciare l’allarme è il Codacons: a seguito della riforma Cartabia del processo penale i danneggiati dall’alluvione che hanno subito danni alle abitazioni, ai terreni, ai beni mobili (automobili, ecc..) potranno entrare nel processo penale solo in occasione della prima udienza e non successivamente. Il prossimo 4 dicembre si terrà l’udienza preliminare a L’Aquila (in quanto ad Ancona vi è un magistrato che è stato anch’egli danneggiato dall’alluvione), quando si deciderà sui rinvii a giudizio, su eventuali proscioglimenti o riti alternativi. Indagate per l’alluvione del 15 settembre 2022 sono 22 persone tra funzionari e tecnici di Regione Marche, Provincia di Ancona, Consorzio di Bonifica Marche e Comune di Serra de’ Conti.
«Parrebbe che nessuno delle migliaia di danneggiati abbia interesse ad ottenere l’integrale risarcimento del danno subito – spiegano dal Codacons – oltre ad un danno morale da reato liquidabile mediamente in una forbice che va dal 10 al 30% del danno patrimoniale subito. Forse l’aver ricevuto o attendere un indennizzo legato alla alluvione viene confuso con quello che invece è il diritto al risarcimento integrale del danno, oltre al danno morale da reato che invece sussiste ogni volta che il danno subito è frutto conseguenza di un comportamento illecito come quello che viene contestato ai 22 imputati».
In caso di condanna di uno o più indagati i loro datori di lavoro dell’epoca dei fatti (gli enti locali) saranno tenuti a risarcire il danno procurato ai danneggiati dall’alluvione. «L’indennizzo non è incompatibile con il risarcimento del danno, dichiarano dal Codacons: l’unica conseguenza è che invece che chiedere il risarcimento integrale, chi si costituirà parte civile chiederà il risarcimento integrale del danno meno quanto già ottenuto a titolo di indennizzo, oltre al danno morale da reato, mentre chi invece avesse già ottenuto una somma pari al danno subito potrà in ogni caso costituirsi parte civile per chiedere quanto meno il danno morale, che come detto può mediamente arrivare al 30% del danno patrimoniale subito».
Proprio per illustrare alcune informazioni ai cittadini interessati, il Codacons – che si costituirà anch’esso come parte civile – ha organizzato un incontro a palazzetto Baviera per sabato 16 novembre alle ore 9,45.