SENIGALLIA – «Una ferita difficile da rimarginare, un orrore quella notte che ci ha spinto a riflettere». La tragedia alla Lanterna Azzurra di Corinaldo ha segnato un confine netto tra prima e dopo e anche i gestori e titolari dei locali del divertimento hanno avviato un confronto interno.
A confermarlo è Maurizio Pasca, presidente del Silb – l’Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento da Ballo e di Spettacolo – il quale sottolinea in primo luogo le numerose carenze che quella sera di un anno fa hanno concausato la morte di cinque ragazzi e di una giovane mamma.
«È stata una tragedia che nessuno poteva aspettarsi, un caso praticamente unico in Italia che farà da spartiacque perché troppe cose non hanno funzionato. Da imprenditore attento posso dire che sono tanti gli aspetti su cui bisogna lavorare e su cui abbiamo concentrato i nostri sforzi in questo anno. Ovviamente non sono io a dire chi è responsabile, ci penserà la magistratura ma mi auguro che le pene siano severe.»
E contro chi demonizza i locali della movida replica: «la discoteca è un luogo di divertimento, di libertà e deve continuare ad esserlo, seppur con nuove norme. Le regole e le responsabilità già c’erano, ma dopo Corinaldo non siamo stati fermi: abbiamo avviato un confronto con tutti i soci sensibilizzandoli a un maggior rispetto delle norme perché i giovani possano godere di un prodotto di qualità, il divertimento, e in un luogo sicuro. A tal proposito a luglio abbiamo firmato con il ministro dell’interno un protocollo per aumentare proprio la sicurezza all’interno dei locali del divertimento. Ma non esauriremo qui il nostro impegno. Molto c’è da fare sulla formazione del personale. È lì che si gioca una partita molto importante, parlando a tutti di security, safety, capienze da rispettare, norme e requisiti per poter garantire il diritto a divertirsi in libertà e sicurezza».