Senigallia

Nuova manifestazione davanti il consultorio di Senigallia

Appuntamento per il 1° marzo per protestare contro il progressivo smantellamento dei servizi legati alla salute femminile e non solo

Sanità: manifestazione a Senigallia per salvaguardare il consultorio di Senigallia
Sanità: manifestazione a Senigallia per salvaguardare il consultorio di Senigallia

SENIGALLIA – Non si ferma la mobilitazione per il mantenimento e potenziamento dei consultori pubblici, e quindi per la difesa della salute e del servizio sanitario pubblico. Non si ferma e, anzi, aumenta il proprio raggio d’azione. Anche nelle Marche. La Rete Nazionale dei consultori e delle  consultorie ha indetto una settimana di iniziative che coinvolgeranno tutto il territorio nazionale e che vedranno attiviste e attivisti scendere in piazza anche a Senigallia, Jesi e San Benedetto del Tronto.

Per quanto riguarda la spiaggia di velluto si tratta di un nuovo appuntamento, dopo quello dello scorso novembre, promosso anche stavolta dalla Rete Femminista Marche Molto+di194. La mobilitazione si terrà appunto domani, venerdì 1° marzo, alle ore 17.30 davanti al consultorio di Senigallia, per poi replicare il giorno dopo la mattina nella riviera delle palme e nel pomeriggio nella città che diede i natali, tra gli altri, al compositore Giovan Battista Pergolesi.

La mobilitazione parte dal progressivo impoverimento di risorse e personale di cui soffrono le varie strutture, in un contesto che si ripete purtroppo sia in ambito locale, che regionale e nazionale. «Vogliamo difendere i consultori pubblici – spiegano le attiviste senigalliesi e marchigiane – e pretendere che non vengano smantellati o svuotati delle loro funzioni; vogliamo che rimangano spazi accoglienti dove ottenere prevenzione, salute e benessere, gratuitamente e senza discriminazioni».

Lo smantellamento di tali servizi, a volte legato a politiche sociali non propriamente progressiste, ha portato in vari casi alla chiusura di tali “sportelli” salute, nonostante la legge ne preveda 1 ogni 20 mila abitanti. «Chiediamo che siano riaperti, se ingiustamente chiusi» ripetono.