SENIGALLIA – Le associazioni ambientaliste e storiche senigalliesi ribadiscono la propria contrarietà – e quella di circa 9mila cittadini che hanno firmato una petizine on line e con banchetti in centro città – al progetto per il nuovo ponte Garibaldi che dovrà sorgere in luogo di quello forse troppo velocemente abbattuto dopo l’alluvione del 15 settembre 21022. Tornano a mostrare i nodi del progetto realizzato dall’Anas tra impatto visivo, aspetti architettonici e urbanistici, oltre alla questione della viabilità compromessa.
Il fermo “no” a questa ipotesi di sopraelevare la nuova infrastruttura di quasi due metri sopra i parapetti che oggi sono gli argini in muratura in centro storico sono le associazioni “Italia Nostra” (Sezione di Senigallia), “Gruppo Società Ambiente” (GSA), “Associazione Confluenze – Cultura, Ambiente e Società”, “Archeoclub d’Italia” (Sezione di Senigallia) e “Amici della foce del fiume Cesano”.
In primo luogo chiedono quel dialogo con la città e con gli esperti che finora è mancato: «Sarebbe stato estremamente opportuno e necessario, oltre che politicamente corretto, aprire un confronto pubblico, coinvolgendo esperienze e professionalità. Si è voluta imporre invece una soluzione calata dall’alto, senza alcuno spazio di discussione e riflessione, senza la predisposizione di altre proposte progettuali. Del progetto del ponte la cittadinanza è stata tenuta volutamente all’oscuro. Ci si è accontentati di fornire un paio di rendering progettuali pensando così di aver assolto al dovere di una pubblica amministrazione di fornire una sufficiente informazione sulla propria azione e al diritto dei cittadini di essere informati. Francamente un po’ poco per un progetto che rischia di sfregiare per secoli il paesaggio urbano storico della città rappresentato dalla veduta della settecentesca fuga di colonne dei Portici Ercolani, immagine iconica identitaria di Senigallia».
Ma anche nella resa grafica del nuovo progetto non mancano i problemi: secondo le citate associazioni è «prevalente, in quelle immagini, il malcelato proposito di mascherare la portata devastante di quel progetto. Già il primo rendering, per non mostrare l’impatto sui Portici Ercolani, era impostato con un punto di vista verso via Rossini, con una forte presenza di alberature che nei fatti invece verranno rase al suolo per far posto alle rampe di accesso al ponte. Ancora più furbescamente, il secondo e ultimo rendering reso pubblico ci presenta un’immagine del nuovo ponte presa con una prospettiva “a volo di uccello” in modo da permettere – finalmente! – la visione della fuga dei Portici e di rendere meno visibile l’impatto delle rampe. Il problema però è che ancora non volano né i cittadini senigalliesi né i turisti, che pure tanto amano il nostro centro storico. Che dire poi del rigoglioso, quanto inesistente, filare alberato disegnato sia su via Portici Ercolani che su via Rossini. Forse ai progettisti non era stato comunicato che a Senigallia, ai nostri amministratori, piacciono solo gli alberi tagliati».
Allora hanno provveduto loro stesse a elaborare una visuale ad altezza d’uomo e l’impatto è decisamente diverso: «Il progetto del nuovo ponte, elevato per quasi due metri sopra i parapetti del fiume e inserito sullo sfondo dei Portici Ercolani, del Foro Annonario e della limitata altezza delle abitazioni che fiancheggiano il porto canale, rappresenta una lacerazione della prospettiva architettonica di questa parte della città storica da qualunque parte lo si guardi. Le dimensioni fuori scala del ponte progettato, rispetto al contesto, alterano l’equilibrio dei volumi degli edifici storici e mettono in secondo piano il paesaggio urbano retrostante. Lo stile architettonico del manufatto, più adatto per un contesto urbano moderno o ad una autostrada, contrasta violentemente con l’architettura storica del lungofiume, compromettendo l’equilibrio e l’armonia del paesaggio urbano scaturito dalle “ampliazioni” della seconda metà del ‘700».
E la conclusione è ovvia: «Fermatevi!» gridano le realtà ambientaliste, storiche e sociali in rappresentanza di circa 9mila cittadini.