SENIGALLIA – Da Senigallia a Cingoli, la critica è servita. A muovere le osservazioni è il Comitato cittadino a difesa dell’ospedale di Senigallia; oggetto delle critiche è l’assessore alla sanità nonché vicepresidente regionale Filippo Saltamartini, responsabile non solo di quelle che il comitato chiama gaffes istituzionali ma anche del mancato rispetto delle norme nazionali.
Per le prime cita a mo’ di esempio la conclusione di un discorso in cui, «nel rivolgersi ad una mamma a cui è morto un figlio, [Saltarmartini] ha detto di “io ho avuto figli normodotati e questi problemi non li ho avuti”. Magari pensava di sostenerla e con lei i familiari che vivono queste situazioni, ma l’effetto è stato disastroso. Occorrerebbe usare le parole con prudenza, soprattutto in circostanze così delicate al fine di non urtare le sensibilità delle persone. Ancor più se si ricopre una carica istituzionale».
Per quanto riguarda invece la delega specifica, secondo il Comitato senigalliese il referente della sanità pubblica marchigiana avrebbe forzato il decreto Balduzzi per programmare la realizzazione di un nuovo ospedale di base di area disagiata a Cingoli, di cui è stato sindaco.
«A Cingoli, paesino natio di 9.500 abitanti dove è stato sindaco, ha già fatto installare una TAC, ma che lavora a giorni alterni per carenza di personale», spiegano dal Comitato, e aggiungono: per l’ospedale in area disagiata «è stato emanato a fine febbraio un decreto dirigenziale regionale che ha messo a disposizione 4,5 milioni di euro per i servizi necessari. Il D.M. n.70/2015 nazionale (legge Balduzzi) dice che un ospedale di base di area disagiata […] può essere previsto solo quando si trova ad almeno 60 minuti dal pronto soccorso più vicino. Poiché Cingoli si trova a meno di 60 minuti di distanza dal pronto soccorso di Jesi, si evince l’arbitrio della proposta».
Dunque una forzatura. Ma il Comitato va avanti: «Avere l’ospedale di base di area disagiata a Cingoli è incompatibile per le norme nazionali in vigore e anche per quelle di buon senso per la carenza cronica di personale sanitario. Ma le regole sono state bypassate dai decisori e molte risorse sono state destinate a Cingoli».
Secondo il comitato senigalliese il provvedimento a favore di Cingoli, con cui si sarebbero potute destinare molti fondi a Senigallia seconda città della provincia di Ancona senza contare che triplica la popolazione d’estate, «lascerà solo un enorme sperpero di risorse: ci chiediamo se in un momento di grave difficoltà sanitaria nel prenotare visite ed esami e con liste d’attesa infinite se non richieste a pagamento, sia realmente necessario per i marchigiani». Per rassicurare i cittadini cingolani, Saltamartini non avrebbe dovuto «investire una mole così ingente di soldi (4,5 milioni di euro di tutti noi) per una mera propaganda pre-elettorale, come a noi appare» concludono da Senigallia.