Senigallia

Sea Watch, “sbruffoncella” è stato solo l’inizio

Nei confronti della capitana Carola Rackete sono stati scritti numerosi insulti e frasi vergognose: il consiglio delle donne di Senigallia non ci sta e lancia una petizione

SENIGALLIA – “Sbruffoncella” è stato solo l’inizio degli epiteti rivolti alla capitana della Sea Watch 3 Carola Rackete. Arrestata per aver fatto una scelta – quella di non ascoltare più dopo 14 giorni di tentennamenti il divieto di entrare nelle acque italiane e navigare quindi verso Lampedusa – per salvare i 42 migranti a bordo dell’imbarcazione, Rackete è stata insultata da una moltitudine di persone, soprattutto uomini ma anche donne, che le hanno rivolto di tutto.

La comandante della Sea Watch è stata oltraggiata in tutte le maniere possibili: c’è chi le ha augurato lo stupro e chi ha pensato di scrivere come farle del male: “ti devono (***) con tubo d’acciaio che ti entra (***) e ti esca dalla bocca in pubblica piazza”, “spero che ti violentino ‘sti negri, a quattro a quattro”, “ti piace il (***) Nigru”.

Una serie di insulti e frasi impronunciabili da far accapponare la pelle che ha provocato una prima reazione: oltre a quella di quanti si sono schierati al fianco della capitana della Sea Watch 3, il Consiglio delle Donne del Comune di Senigallia, le donne che fanno parte di giunta e consiglio comunale, e tutte le donne dell’associazionismo e del tessuto cittadino senigalliese hanno voluto mettere un freno a questi «coraggiosi eroi della tastiera che in queste ore vomitano odio orgogliosamente esibito sui social».

Le donne di Senigallia non ci stanno e «condannano un atteggiamento immorale, retrogrado, gretto e sessista di cui si fanno bandiera tanti in queste ore. Non intendiamo entrare nel merito della questione legale ma intendiamo stigmatizzare il comportamento di chi si erge a giudice denigrando la persona, donna o uomo che sia. Parte in queste ore da Senigallia la petizione sulla piattaforma change.org a condanna di questo atteggiamento diffamatorio e sessista».